Hillary ha il suo vice, è il senatore della middle class Tim Kaine. E si presenta come il perfetto anti-Trump

L'uomo della middle class e l'anti-Trump. Tim Kaine, 58enne senatore della Virginia, si presenta come candidato vicepresidente per i democratici.

L’uomo della middle class al fianco della elitaria Hillary Clinton, ma soprattutto contro il miliardario Donald Trump. Così Tim Kaine, 58enne senatore della Virginia, si presenta come candidato vicepresidente per i democratici. L’ex first lady ha individuato il profilo più adatto, scartando la suggestione di Bernie Sanders che le ha dato filo da torcere fino all’ultimo Stato nel corso delle primarie. “Il senatore Tim Kaine è tutto ciò che Donald Trump e Mike Pence non sono, è competente per fare questo lavoro”, ha affermato Hillary Clinton, presentando il suo numero due. E Kaine ha subito lasciato intendere a chi vuole indirizzare i suoi messaggi elettorali: “Bienvenidos a todos a nuestro país, porque todos sommo estadounidenses”, ha scandito puntando agli ispanici.

Chi è Tim Kaine
Kaine rappresenta anche una garanzia per il Partito democratico, di cui è stato senatore in Virginia dal 2006 al 2010. Dopo, nel 2012, ha riconquistato il seggio. Alle prossime elezioni presidenziali proprio la Virginia è ritenuto tra i più importanti nell’ottica di una vittoria. Kaine è attualmente presidente della sottocommissione Esteri sull’Asia e le politiche anti-terrorismo del Senato statunitense. I colleghi hanno grande stima nelle sue competenze e ha anche l’immagine di un rappresentante della middle class, anche se non piace molto alla sinistra (quella che ha sostenuto Sanders): non è mai stato molto duro con gli squali di Wall Street. Tuttavia è un sostenitore dei diritti civili: è favorevole ai matrimoni gay e, nonostante la contrarietà personale, vuole tutelare la libertà di scelta sull’aborto. Infine ha appoggiato in pieno Barack Obama sulla riforma del sistema sanitario e sulla battaglia (finora persa) per la limitazione della vendita di armi.

Il suo limite, forse, è la mancanza di carisma tale da farlo diventare un leader spendibile anche per la Casa Bianca. Non a caso i primi scettici hanno sottolineato la scelta “noiosa” della Clinton.