I bolidi rimangono ai box. Il Motor Show chiude per crisi. Defilati tutti i grandi gruppi automobilistici. E la società che gestisce la kermesse getta la spugna

di Maurizio Grosso

In quarant’anni non era mai successo. Ma di fronte alla crisi senza fine del settore automobilistico anche un’ “istituzione” italiana come il Motor Show di Bologna è costretta a chiudere i battenti. Già, quest’anno la kermesse in calendario a dicembre non si terrà. Non si tratta di una chiusura definitiva, dal momento che la speranza è quella di riaprire non appena le condizioni economiche generali lo consentiranno. Ma di certo siamo di fronte a un segnale inequivocabile. L’annuncio della chiusura è stato dato via Facebook dalla società che organizza l’evento, la Gl events Italia, la quale non ha usato troppi giri di parole: “L’assenza del mercato ci spinge ad annullare l’edizione 2013 del salone, sia per rispetto verso il pubblico del Motor Show, sia per lavorare in modo produttivo e concreto a eventi futuri che possano contare di nuovo sulla massiccia presenza del settore”. Ed è proprio dall’ultima frase che viene fuori la ragione che ha consigliato la sospensione.

La fuga
E’ sotto gli occhi di tutti, del resto, l’emorragia di parteciazioni che ha segnato in senso negativo la manifestazione negli ultimi anni. Sono tanti i marchi prestigiosi che hanno deciso di defilarsi nel corso del tempo. Tra i tanti Bmw-Mini, Toyota, Opel, Chevrolet. Ai quali si sono unite altre defezioni come quelle dei gruppi francesi Peugeot e Citroen. Senza dimenticare la ripetute titubanze della stessa Fiat, la casa automobilistica guidata da Sergio Marchionne, che nell’edizione precedente ha fatto pervenire la sua adesione soltanto all’ultimo. Certo, anche negli anni bui il Motor Show ha cercato di adeguarsi e di tenere botta modificando l’offerta. Quindi meno “macchinoni” in esposizione e più auto ecologioche o comunque a bassi tassi d’inquinamento. Obiettivo anche ammirevole, per carità, che però non è riuscito a invertire una tendenza che anno dopo anno sembrava sempre più incontrastabile.

I numeri
E così anche i dati sul numero dei visitatori sono andati vertiginosamente scemando. Nel 2012 i paganti sono stati circa 400 mila, meno della metà degli 840 mila che erano intervenuti nel corso del 2011. A questo andamento, naturalmente, ha corrisposto un crollo delle entrate, sempre in discesa dal 2008 a oggi. La Gl events, si legge sempre nella nota con cui la società ha annunciato la sospensione del Motor Show, “ha investito in modo importante negli ultimi sei anni per garantire l’unico salone italiano dell’automobile e per dare sostegno al settore auto in un paese che dal 2007 ha perso oltre il 50% del mercato automobilistico. E si propone di continuare a operare nel paese ai fini di offrire un evento all’altezza delle aspettative di investitori e pubblico, che negli anni non ha mai fatto mancare il proprio sostegno”.

Settore in sofferenza
Certo è che questi auspici sono costretti a fare i conti con dati complessivi del settore dell’auto che non fanno prevedere un’uscita dal tunnel in tempi brevi. Ad agosto le immatricolazioni sono state 52.997, rispetto alle 56.715 dell’anno precedente. Per quanto riguarda i primi nove mesi dell’anno, le vendite di automobili sono calate del 9% rispetto allo stesso periodo del 2012. Un bagno di sangue.