I guai dei 5 Stelle salvano il Pd dai dolori di Milano. E ora i dem vanno all’attacco dimenticando anche Mafia Capitale

Il Pd dimentica tutti i suoi guai e attacca Virginia Raggi per l'arresto di Marra. Tirando anche in ballo tutti i vertici nazionali del Movimento 5 Stelle.

Di buon mattino, quando la notizia dell’arresto di Raffaele Marra, braccio destro della sindaca di Roma Virginia Raggi, comincia a circolare, è Matteo Orfini uno dei primi a commentare l’accaduto. “Prima le tardive dimissioni della Muraro, poi le perquisizioni in Campidoglio, oggi l’arresto di Marra: quando dissi che stavano riciclando il peggio, quando raccontai i legami pericolosi di questa gente, Grillo, Di Battista e Di Maio mi insultarono – scrive su Facebook il presidente del Pd –. Oggi non chiederanno scusa. Perché sono politicamente corresponsabili”. Eccolo qui il partito che di colpo, dopo essere stato toccato da Mafia Capitale, è tornato a sbandierare il mito dell’onestà, a dire il vero tanto cara ai grillini, dimenticandosi peraltro di aver deposto poco più di un anno fa un sindaco espressione del loro partito (per decisione di un singolo).
Sì, proprio quell’Ignazio Marino che ieri in piazza del Campidoglio alcuni manifestanti rimpiangevano. È chiaro: l’arresto di Marra è indubbiamente un assist ai democratici, scossi appena poche ore prima dall’indagine a carico del sindaco di Milano Giuseppe Sala (nell’ambito dell’inchiesta per corruzione e turbativa d’asta sull’appalto per la Piastra di Expo), autosospesosi dal suo ruolo. Quel Sala fedelissimo dell’ex presidente del Consiglio Matteo Renzi, che l’ha voluto a tutti i costi come candidato sindaco del capoluogo lombardo. Commenti del segretario del Pd sulla vicenda del primo cittadino milanese? Zero. In compenso, come detto, ieri è stato un profluvio di dichiarazioni arrivate dal Nazareno e dirette verso il Campidoglio.
Da che pulpito – “Le scuse della Raggi non chiudono il caso: oggi la sua credibilità come sindaco è pari a zero”, ha attaccato Roberto Morassut, già candidato alle primarie del Pd – poi vinte da Roberto Giachetti il 6 marzo 2016 – per la scelta del candidato sindaco di Roma. “Lo spettacolo che sta dando l’amministrazione grillina a Roma è tragico e al tempo stesso patetico”, le parole della vicepresidente del gruppo Pd al Senato, Giuseppina Maturani: “Oggi la Raggi ci racconti che Marra è solo uno dei 23.000 dipendenti del comune di Roma è una offesa all’intelligenza dei cittadini capitolini e di tutti noi. Ma non si vergogna?”. E che dire di Vincenzo De Luca, il presidente della Regione Campania indagato, non più tardi di due giorni fa, per voto di scambio? Con l’ironia che lo contraddistingue, l’ex sindaco di Salerno ha commentato il video con cui la Raggi ha annunciato le dimissioni dell’assessore all’Ambiente Paola Muraro: “Ma che meraviglia, sembrava l’ultima cena”.
L’assemblea – Ma i guai in casa dem non mancano. Perché se Atene piange Sparta non ride. Domani è infatti in programma a Roma l’Assemblea nazionale del Pd per indire il congresso, che dovrebbe svolgersi il 5 marzo 2017. Sul tavolo c’è il nodo relativo al passo indietro di Renzi: non è escluso che possano arrivare le sue dimissioni “tecniche”.