I presidenti di Regione ne combinano un’altra. Slitta l’intesa sulla scuola. Restano i nodi su trasporti e mascherine. Tutti d’accordo invece sull’assunzione di 70mila docenti

Il tempo stringe ed è sempre più vicino il suono della prima campanella per alunni e studenti. Dopo il vertice di ieri con le Regioni sulla riaperture delle scuole però non tutti i nodi sono stati sciolti, tanto che il Governo ha annunciato che ci sarà un coordinamento permanente con gi enti territoriali che continuerà il lavoro per trovare soluzioni condivise su rientri in aula e trasporto locale. È infatti su quest’ultimo punto che le frizioni sono state più evidenti: da una parte la ministra dei Trasporti, Paola De Micheli, che vorrebbe più flessibilità – in linea con le Regioni – dall’altra il ministro della Salute, Roberto Speranza, più ligio alle indicazioni del Comitato tecnico scientifico.

Il tentativo della De Micheli è quello di ottenere possibili deroghe al distanziamento di un metro a bordo come prescritto, appunto, nelle linee guida ribadite lunedì a Palazzo Chigi. Un limite, contestano i governatori, che porterebbe il trasporto pubblico urbano ed extraurbano a viaggiare al 50-60% della capienza lasciando a piedi la metà degli alunni. Il presidente della Regione Emilia Romagna e della Conferenza delle Regioni Stefano Bonaccini ha riassunto così il vertice di ieri: “Il Governo si è preso qualche altro giorno perché con le attuali proposte si farebbe molta fatica, anzi, sarebbe impossibile garantire il trasporto per tutti quelli che lo chiedono. È stata su questo punto una riunione interlocutoria, ma è evidente che nel giro di pochi giorni arriveremo ad una decisione definitiva, anche perché tra 18 giorni inizia la scuola nella gran parte delle regioni italiane”.

Intanto la road map prevede già per questa mattina alle dieci una Conferenza delle Regioni e delle Province autonome in seduta straordinaria: all’ordine del giorno le valutazioni sul documento “Indicazioni operative per la gestione di casi e focolai di Sars-CoV-2 nelle scuole e nei servizi educativi dell’infanzia”, documento operativo elaborato dall’ISS, ministeri della Salute e dell’Istruzione, Inail, Fondazione Bruno Kessler, Regione Veneto e Regione Emilia Romagna. Venerdì, infine, la conferenza unificata in cui si tireranno le fila insieme al ministro Boccia. Nelle intenzioni di Speranza il documento dovrà essere considerato come “protocollo condiviso da adottare in tutto il Paese”, anche se – ha spiegato – resta “un testo aperto che potrà essere arricchito con il passare dei giorni e potrà essere sempre aggiornato con l’esperienza sul campo”.

Il tentativo è comunque quello di allineare le Regioni, visto che non tutti concordano, ad esempio, sull’uso delle mascherine a lezione e la misurazione della febbre a casa. Sul piede di guerra alcuni governatori, come quello della Liguria Toti, contrario all’uso della mascherina durante le lezioni, e quello del Veneto Zaia: “La matassa si aggroviglia perché c’è ancora una grossa confusione e permangono difficoltà oggettive a gestire gli studenti sia nelle aule che relativamente ai trasporti. Ma la gente ha diritto di sapere come e con che mezzi i propri figli andranno a scuola e, mi auguro solo al momento, si trova invece davanti all’ennesimo ufficio nazionale complicazione cose semplici”.

Intanto il commissario Arcuri ha annunciato che la distribuzione dei banchi monoposto alle scuole inizierà da domani mentre da ieri sono stati distribuiti gel e mascherine alle scuole. Sugli organici le Regioni hanno “apprezzato lo sforzo fatto dal governo e dalla ministra Azzolina in termini di risorse per l’organico (70 mila unità di organico in più per l’emergenza fra docenti e Ata) che, come sottolineato dalla coordinatrice per l’Istruzione della Conferenza delle Regioni, Cristina Grieco, risultano “congrue e in linea con quanto chiesto”.