I regali sfrecciano in autostrada. Il Governo studia l’ennesima proroga delle concessioni: così i privati sognano otto miliardi

Che le Camere siano state sciolte, sembra interessi davvero a pochi. Certamente non interessa al Governo che, in gran segreto, pare si stia muovendo per regalare una nuova maxi-proroga alle già tanto coccolate concessionarie autostradali. “La notizia è stata accuratamente nascosta”, ci spiega non a caso il senatore di Forza Italia Lucio Malan che ha presentato un’interrogazione indirizzata al ministro Graziano Delrio, in cui si denuncia un lavorio sottotraccia dell’Esecutivo con la Commissione Ue, per garantire proroghe sulle concessioni autostradali, che assicurerebbero ai privati guadagni per otto miliardi. “Se si fosse trattato di attuare qualcosa deciso dal Parlamento – commenta Malan – ci potrebbe anche stare. Ma qui stanno facendo una cosa contraria a quanto deciso dal Parlamento stesso”. Già, perché bisogna ricordare che il famigerato Codice degli Appalti vieta espressamente le proroghe delle concessioni autostradali. E invece, secondo quanto La Notizia è riuscita a ricostruire, lo scorso 9 gennaio una delegazione del Governo Gentiloni avrebbe incontrato un alto rappresentante della Direzione Generale della Concorrenza della Commissione Ue. Oggetto: l’eventuale proroga a Gavio per la concessione dell’autostrada Torino-Piacenza e una seconda, maxi, ad Autostrade per l’Italia. “Ed è una cosa anomala – continua Malan – è la prova che siamo contro le norme Ue”.

Il dettaglio – Come ricostruito nell’atto di Malan, la concessione della Torino-Piacenza è scaduta il 30 giugno 2017. Eppure, contrariamente a quanto prevede il Codice degli Appalti e cioè la necessità di avviare la gara almeno due anni prima della scadenza di una concessione, nessuno ha mosso un dito. E ora, appunto, il Governo starebbe premendo con l’Ue per ottenere il placet per una proroga “di un imprecisato numero di anni con il pretesto del completamento dell’autostrada Asti-Cuneo”. In questo modo Gavio godrebbe di una terza proroga (la Torino-Piacenza in 50 anni non è mai passata da una procedura competitiva), giustificata con il completamento di un tratto, la Asti-Cuneo, che in realtà avrebbe dovuto vedere la luce già nell’agosto 2013. Insomma, un favore enorme, considerando che, denuncia ancora Malan, Gavio “sta già usufruendo di enormi ingiustificati vantaggi dal fatto di continuare a gestire quella tratta pur essendo scaduta la concessione stessa”, per un margine, “pari a circa 300mila euro al giorno”.  Non a Malan ha interessato della cosa Procura, Anac e Corte dei conti.

Maxi-regalo – C’è poi Autostrade per l’Italia (Aspi). E qui, secondo Malan, la proroga prevedrebbe l’incremento annuo dei pedaggi del 2,5%, “il che porterebbe nel giro di vent’anni a un incremento pari a ben il 64%; una remunerazione attraverso i pedaggi […] del denaro investito a un tasso di interesse del 7,95%”, quando invece, chiosa il senatore, “la stessa Aspi ha goduto due mesi fa per investimenti simili (la gronda di Genova, ndr) di un prestito di 1,7 miliardi da parte della Cassa Depositi e Prestiti, ad un tasso inferiore al 2% annuo”. Un evidente trattamento di favore, insomma. Ed ecco perché Malan ha chiesto al Governo le ragioni di una manovra che garantirebbe ai privati “almeno otto miliardi di vantaggio”. Senza dimenticare, ricorda ancora Malan, che “sono scadute anche le concessioni Autostrade del Brennero e Autovie Veneto e il Governo continua a cercare il modo per aggirare l’obbligo di gara”. A Camere sciolte e a un mese dal voto.