Vitalizi ai parlamentari. I condannati stanno sereni. Riabilitati Astone, De Carolis e Abbatangelo: torneranno a incassare fino a 5mila euro al mese

Vitalizi infiniti. Ieri tre ex parlamentari condannati in passato si sono visti ripristinare l’erogazione

Glielo avevano tolto a luglio 2015 quando, con una (contestata) delibera, gli uffici di presidenza di Camera e Senato stabilirono che gli ex parlamentari condannati per reati di mafia, terrorismo e contro la Pubblica amministrazione con pene superiori a 2 anni di reclusione non avrebbero più dovuto incassarlo. Ma ieri tre di loro, per decisione dell’ufficio di presidenza di Montecitorio, si sono visti ripristinare l’erogazione dell’agognato vitalizio in conseguenza della decisione del Tribunale di sorveglianza di riabilitarli. Proprio così. Stiamo parlando di Massimo Abbatangelo, Giuseppe Astone e Massimo De Carolis. Il primo, napoletano classe ’42, quattro legislature nelle file dell’Msi, due anni fa si era ritrovato improvvisamente senza l’assegno da 4.965,87 euro netti al mese. Il motivo? Coinvolto nell’inchiesta per la strage del treno Rapido 904 Napoli-Milano del 23 dicembre 1984 (16 morti e 267 feriti), nel ’94 l’ex deputato missino è stato assolto dall’accusa di strage ricevendo però una condanna di 6 anni per il reato di porto e detenzione di esplosivi.

Ma da adesso in poi Abbatangelo può tornare a stare sereno, visto che – come detto – intascherà nuovamente la ricca pensione da ex parlamentare. Stesso discorso pure per Astone, che ha dovuto “resistere” solo 9 mesi senza incassare il vitalizio da 5.002,25 euro netti al mese. L’oggi 84enne ex deputato della Dc (4 legislature) ed ex presidente della Provincia di Messina, infatti, condannato nel 2007 in via definitiva a 6 anni nell’ambito della cosiddetta “Tangentopoli dello Stretto”, è rientrato nella seconda tranche di revoche disposte il 4 ottobre 2016 sempre dall’Ufficio di presidenza di Montecitorio. E De Carolis? Pure lui ex Dc, nel ’71 fu uno dei fondatori e leader della cosiddetta Maggioranza silenziosa prima di aderire a metà degli Anni ’90 a Forza Italia diventando presidente del Consiglio comunale di Milano. Nel 2005 è però arrivata una condanna per corruzione, che gli stava per costare l’assegno da 3.016,73 euro netti al mese che tornerà ad incassare vita natural durante. Chi invece da ieri non ha più da sorridere Gianstefano Frigerio (ex FI) che, complice una condanna in via definitiva con una pena superiore ai 2 anni per il reato corruzione e concussione, si è visto revocare il vitalizio da 2.141,57 euro netti al mese.

“L’avevamo denunciato sin dall’inizio, la presunta abolizione dei vitalizi ai condannati è solo un’altra farsa targata Renzi”, attacca Riccardo Fraccaro (M5S), segretario dell’Ufficio di presidenza della Camera. “Il Pd – aggiunge – ha approvato una riforma vergognosa, che prevede la restituzione degli assegni in caso di riabilitazione: una misura che ha effetti civili ma non cancella la condanna. Ci eravamo opposti fermamente a questo salvacondotto”, ricorda Fraccaro, “dicendo che i cittadini avrebbero finito per pagare di nuovo gli assegni d’oro agli ex parlamentari condannati con tanto di arretrati. Puntualmente, è accaduto proprio questo. Cancelleremo noi sprechi e privilegi non appena saremo al Governo”, promette.

Twitter: @GiorgioVelardi