Iacopino-d’Urso, telenovela ai ferri corti. Lacrime facili. La conduttrice resta nel mirino dell’Ordine dei giornalisti

Non si arresta la polemica che sta tenendo banco da diverse settimane: nuovo anno, nuovo round. Stiamo parlando della querelle dai toni accessi fra Enzo Iacopino, Presidente del Consiglio nazionale dell’Ordine dei Giornalisti, e Barbara d’Urso, la valchiria delle dirette televisive. La prima bomba veniva sganciata sul fronte Carmelita lo scorso 25 novembre 2014, quando Iacopino presentava una denunzia/esposto in cui riportava con autorevole fermezza alcune rimostranze sulle modalità con cui la conduttrice gestisce le sue interviste e si occupa degli argomenti cronaca. Fra le altre cose, ciò che le veniva rimproverato era di esercitare sistematicamente e abusivamente un’attività (l’intervista) individuata come specifica della professione giornalistica senza, però, essere iscritta all’Albo dei Giornalisti. La d’Urso non si è espressa sull’argomento e ha lasciato che l’opinione pubblica si dividesse fra chi l‘ha dipinta come una martire e chi, invece, la tortura sui carboni ardenti gliel’avrebbe fatta subire volentieri. Come se non bastasse, un’altra mazzata è arrivata proprio da Striscia la Notizia. Antonio Ricci & company hanno reso pubblico un fuori onda in cui la giornalista di Pomeriggio 5, Alessandra Borgia, mercanteggiava con un’ospite una finta intervista a sorpresa per creare l’effetto di un’improvvisata, invece, assolutamente prevista. Silenzio. Imbarazzo. Esplosione della d’Urso, che in un post su facebook ha tuonato: “Quanto accaduto è stato figlio di una richiesta di cautela da parte del soggetto intervistato che in alcun modo ha alterato la genuinità delle dichiarazioni e la correttezza della cronaca svolta”. Ospite di Verissimo la conduttrice più bombardata del momento si è concessa una chicca al veleno per quelli che ritiene essere i suoi eterni detrattori: “Quando mi attaccano ci rimango male, però io penso che in quel momento, chi mi attacca sta peggio di me, che ha una vita meno serena della mia. Quindi provo tenerezza per chi mi attacca”. Sostanzialmente, quindi, una mera vittima della macchina del fango azionata – non si capisce bene perché – nei confronti della sua persona e della sua carriera. Vabè. Poteva Iacopino restare inerme dinanzi a parole del genere? A neanche 24 ore dall’intervista, ecco la sua furente replica affidata alla potente voce dei social: “ La signora D’Urso si dice preoccupata per me. Capisco che sia abituata ad essere venerata come una macchina da soldi, qual è indubbiamente. E anche che le piaccia sguazzare nei bidoni dell’immondizia, ma lasci fuori la mia vita dalle miserie che la appassionano così tanto. Stia serena, la prego. Non diventerò in alcun modo materia per le disgrazie sulle quali fa aumentare il suo conto in banca”. E questa è solo la parte “morbida” del post in questione. Questa pace non s’ha da fare.