Il califfato minaccia i cristiani. E vuole ucciderli nel ramadan. Non rispettano il digiuno: crocifissi 2 minorenni. Musulmani esortati ad attaccare la Coalizione

Non bastava l’ultimo video choc in cui delle presunte spie vengono affogate in una gabbia o fatte saltare in aria. Adesso l’Isis invia anche un nuovo messaggio audio nel quale il portavoce Abu Muhammad al-Adnani esorta i musulmani ad “attaccare durante il Ramadan i cristiani, gli sciiti e i musulmani apostati che sostengono la coalizione internazionale in Iraq e in Siria”. “Trasformiamo il mese di digiuno del Ramadan, cominciato la settimana scorsa, in un tempo di calamità per gli infedeli sciiti e i musulmani apostati, sollecitando nuovi attacchi in Iraq, Siria e Libia”, dice la voce registrata nel messaggio diffuso dai siti jihadisti, della durata di 28 minuti.

L’APPELLO
Inoltre, nello stesso audio, lo stato Islamico ha lanciato un appello speciale per il mese del Ramadan, invitando tutti i musulmani ad unirsi alla jihad e a diventare martiri durante questo mese sacro.

LA PROMESSA
Il portavoce del gruppo islamista ha anche promesso un’amnistia per tutti coloro che erano fuggiti davanti all’arrivo dell’Isis nella provincia di Al Anbar: “Il gesto migliore per avvicinarvi a Dio è la jihad, quindi sbrigatevi a farlo durante questo mese e siate pronti al martirio”, ha detto Adnani in un messaggio audio postato online. “Queste sono le vostre armi e questo è Ramadan.” Adnani ha poi ripetuto l’appello rivolto dal leader dell’Isis Abu Bakr al-Baghdadi a coloro che era fuggiti dalla provincia di Anbar, la cui capitale Ramadi è stata conquistata dai jihadisti il mese scorso: “Oh gente di Anbar, tornate alle vostre case, tornate dalla vostra gente”: Secondo l’Oim (Organizzazione internazionale per le migrazioni) più di 275mila persone sono fuggite da Ramadi tra metà aprile e metà giugno.

L’ORRORE
Oltre alle minacce, i jihadisti passano all’azione.​Ieri il califfato ha crocifisso due minorenni nella città di al-Mayadin, nell’est della Siria, con l’accusa di non aver rispettato il digiuno di Ramadan. Lo riferiscono gli attivisti dell’Osservatorio siriano per i diritti umani, secondo i quali i due ragazzi, entrambi di età inferiore ai 18 anni, sono stati crocifissi contro un muro dell’edificio che ospita la polizia religiosa (al-Hesbah) sulla via al-Bo Kamal. Gli attivisti aggiungono che al collo dei due condannati è stato appeso un cartello con una scritta che illustra la loro “colpa”.