Il caos al Tesoro fa slittare ancora il blocco dell’Imu

C’è chi dice che a influire negativamente sul percorso del provvedimento sia stato il passaggio delle consegne al ministero dell’economia. C’è chi fa notare come ufficialmente non ci sia ancora il capo dell’ufficio legislativo delle finanze, ovvero l’unico ufficio veramente competente. E non manca chi fa notare come ci sia stato più di qualche dispetto tra nuovo e vecchio gabinetto del Tesoro. Fatto sta che il decreto sulla sospensione della prima rata dell’Imu, secondo quanto ha annunciato ieri dall’abbazia di Spineto il premier Enrico Letta, dovrebbe slittare ancora un po’ e vedere la luce nel consiglio dei ministri di venerdì prossimo. Se tutto va bene. Certo, il nodo delle coperture ha pesato e sta pesando molto. Ma proprio questo è il nodo che sono chiamati a scogliere gli uffici tecnici scelti dal nuovo ministro dell’economia, Fabrizio Saccomanni. Con l’Imu, in ogni caso, venerdì dovrebbe essere risolto il problema del rifinanziamento della cassa integrazione in deroga.

Il piano dei 100 giorni
Per il resto, a seguito del ritiro ministeriale nell’abbazia di Spineto, Letta ha tracciato la road map del governo per i prossimi 100 giorni. Oltre alla “finalizzazione” del decreto Imu, il premier ha citato gli obiettivi del lavoro per i giovani, di un pacchetto di agevolazioni fiscali “per chi ha voglia di fare” e delle riforme politiche. Proprio in vista delle riforme, il presidente del consiglio ha annunciato la costituzione di una commissione, presieduta dallo stesso Letta, che avrà il compito di formulare proposte da consegnare ai presidenti delle camere, per poi magari essere discusse all’interno di una Convenzione. In cantiere, inoltre, anche l’abolizione della legge sul finanziamento dei partiti e la cancellazione del Porcellum.

Fare squadra
Letta ha poi insistito molto sul modo migliore per fare squadra all’interno dell’esecutivo. «La premessa dell’azione di governo è che stiamo cominciando a conoscerci e dovremo fare un lavoro il più possibile comune con regole di linguaggio improntate sulla franchezza e lealtà reciproca», ha detto ieri il premier. E quindi: «La decisione che abbiamo assunto è di attenersi a una regola per la quale i ministri si occupano del governo, attraverso i loro settori specifici, con un impegno a stare fuori dalle vicende più prettamente politiche”.