Il caso Roma diventa nazionale, il direttorio dei 5 Stelle è sotto assedio. E la coppia Di Maio-Dibba scappa

Per il Movimento 5 Stelle è stata una giornata di tensione. Con Di Battista che ha ammesso: "Ci sono problemi a Roma", cancellando la tappa del suo tour.

L’assessore Paolo Berdini chiede la testa di Raffaele Marra. Il sindaco di Parma Federico Pizzarotti vuole le dimissioni dell’intero direttorio del Movimento 5 Stelle. Luigi Di Maio in tutta fretta annulla la partecipazione a Politics, il nuovo programma di informazione di Rai 3. E anche l’iper-attivo Alessando Di Battista cancella i suoi impegni. Il tutto mentre il sindaco di Roma Virginia Raggi è sotto assedio per il caso-Muraro, l’assessora indagata di cui tutti sapevano negando in pubblico. La giornata dei pentastellati non è stata all’insegna del rilancio, come pure aveva dichiarato la prima cittadina della Capitale dopo la nomina di Raffaele De Dominicis al Bilancio. E l’unica soluzione è proprio quella di mettere fuori gioco la Muraro, che da agosto sta tenendo sulla graticola la giunta per la sua pluriennale consulenza all’Ama, la società che gestisce la raccolta dei rifiuti.

VENDETTA PARMENSE – La faida interna, finora tenuta sott’acqua, è ormai pubblica. E Berdini ha parlato chiaro sul vice capo di gabinetto Marra, che “deve fare un passo indietro” per il “gesto, poco condiviso da me, di mandare una lettera all’Anac di Cantone in merito al contratto della Raineri”. E l’assessore ha rincarato la dose: “Non è possibile che qualcuno pensi che ci siano delle scorciatoie mandando lettere all’Anac di Cantone. Se questa persona ha fatto queste scorciatoie penso che  Raggi abbia il dovere di richiamare all’ordine questa persona e magari di trasferirla ad altre più modeste mansioni”. Ma il caos romano ha rilanciato l’immagine di Pizzarotti, ancora in stato di “sospensione” nel Movimento 5 Stelle. “Il direttorio dovrebbe oggi rassegnare in blocco le proprie dimissioni per non aver saputo gestire il Movimento, e si dovrebbe finalmente tornare a parlare di partecipazione e di condivisione degli indirizzi politici”, ha messo nero su bianco il sindaco di Parma.

FUGA PER NON PARLARE – Il vicepresidente della Camera Di Maio ha incassato un duro colpo: la sua improvvisa defezione al programma Politics, condotto dal giornalista Gianluca Semprini, ha scatenato gli avversari politici. Il più tagliente è stato il capogruppo alla Camera di Forza Italia, Renato Brunetta: su Twitter fa il verso allo slogan “onestà, onestà”, parlando di “omertà, omertà”. Anche dal Governo c’è stato un affondo. “Comodo andare a fare monologhi in Tv per fare in modo inflessibile le pulci agli altri su tutto e scappare quando si è chiamati a spiegare le difficoltà”, ha detto il viceministro dell’Economia, Enrico Zanetti. Non è passata inosservata neppure la decisione di Di Battista, che non è andato a Ischia per il tour a favore del “no” al referendum. “Mi dispiace tanto ma ho deciso di annullare la tappa di stasera. Ci sono problemi a Roma ed è meglio tornare”, ha scritto sui social Dibba. Una prima ammissione dei problemi a 5 Stelle che avvolgono il Campidoglio.