Il caso Skripal scoppia anche in Italia: Ue, Usa e Canada cacciano i diplomatici russi. Due espulsioni anche in Italia. E la Russia ora minaccia

Il caso Skripal scoppia anche in Italia: espulsi decine di diplomatici russi dall'Ue, Usa e Canada. Due anche dall'Italia. E la Russia ora minaccia

Un’azione coordinata contro la Russia. Questo è quanto hanno deciso 14 Paesi europei, il Canada e gli Stati Uniti: le ritorsioni diplomatiche a seguito del caso di Sergei Skripal, ex spia russa transfuga nel Regno Unito avvelenata insieme alla figlia Yulia con un agente nervino, si allargano dunque oltre i confini della Gran Bretagna con oltre cento espulsioni di diplomatici del Cremlino. Che annuncia di rispondere alla scelta dei 16 Paesi e aggiunge che Londra ha assunto una posizione “ipocrita e zeppa di pregiudizi”. “L’atto non amichevole da parte di questo gruppo di paesi non rimarrà senza risposta. Reagiremo”, si legge in un comunicato del ministero degli Esteri.Se infatti il Regno Unito nelle scorse settimane aveva già deciso l’espulsione di 23 diplomatici, oggi arriva l’attuazione di quanto già deciso dal Consiglio europeo del 22 e 23 marzo scorso: in segno di solidarietà con Londra. Italia, Olanda, Danimarca e Albania hanno deciso di espellere due diplomatici del Cremlino, mentre Germania, Francia, Repubblica Ceca e Polonia hanno annunciato l’espulsione di quattro ciascuno.

A Varsavia, poi, Marek W., un funzionario pubblico impiegato in uno dei ministeri incaricati degli affari economici, tra cui quello dell’energia è stato arrestato in quanto sospettato di essere di collaborare con i servizi segreti della Federazione Russa.

Secondo la National Security Agency l’uomo – si legge sui media – avrebbe mantenuto contatti con i funzionari dei servizi segreti russi, fornendo loro informazioni su investimenti di importanza cruciale per l’interesse della Polonia, in particolare sul dossier North Stream 2.Fuori dall’Ucraina invece 13 funzionari di Mosca, come riferito dal presidente ucraino Petro Poroshenko, 3 in Lituania. Dagli Usa invece Donald Trump ha ordinato l’espulsione di 60 funzionari di Mosca – di cui 12 dell’Onu e 48 dipendenti dell’ambasciata a Washington – e la chiusura del consolato russo di Seattle, per via della sua vicinanza con una base di sottomarini e con siti industriali di Boeing. La Casa Bianca sottolinea che i provvedimenti sono stati adottati in coordinamento con gli alleati della Nato e i partner Usa nel mondo. E anche il Canada ha deciso di espellere altri 4 funzionari. Tutti gli espulsi hanno una settimana di tempo per lasciare i relativi Paesi. Un’azione congiunta per la quale esulta il governo britannico, dal ministro degli Esteri Boris Johnson a quello della Difesa Gavin Williamson. “La straordinaria risposta internazionale dei nostri alleati – ha detto Johnson – rappresenta la più grande espulsione collettiva di agenti dell’intelligence russa nella storia e ci aiuterà a difendere la nostra sicurezza. La Russia non può violare impunemente le norme internazionali”.

Chi invece si dichiara contrario alla decisione dell’Europa è Matteo Salvini, che su Twitter scrive: “Isolare e boicottare la Russia, rinnovare le sanzioni economiche ed espellerne i diplomatici non risolve i problemi, anzi li aggrava. Arrestare l’ex presidente della Catalogna non risolve i problemi, anzi li aggrava. Sanzioni e manette? Preferisco il dialogo. Voglio un governo – ha aggiunto – che lavori per un futuro di pace, crescita e sicurezza, chiedo troppo?”.