Ci dev’essere una ragione se, nonostante il periodo di crisi dell’editoria, sempre più giovani sono attratti dal giornalismo. Ci dev’essere un motivo se quello del cronista resta “il mestiere più bello del mondo”. A rispondere a dubbi, curiosità e quesiti ci ha pensato Mario Nanni, che ha appena compiuto 40 anni di giornalismo politico, passati a seguire i lavori del Parlamento e gli avvenimenti politici degli ultimi anni, prima come redattore, poi come capo della redazione politica e infine dalla cabina di capo redattore centrale dell’Ansa.
Esperienza e professionalità che Nanni ha riversato ne Il curioso giornalista, libro sopraffino e mai pesante, pieno di aneddoti e curiosità, focale per chi si avvicina al mondo dell’informazione, per chi ne è attratto, chi ne è incuriosito dal suo futuro, chi guarda con ammirazione al suo mirabile passato. Un vero e proprio viaggio, tra i meandri di una professione che è innanzitutto passione, come spiega Nanni, e di una passione che in tanti vogliono trasformare in professione. Nonostante una precarizzazione sempre più diffusa e una crisi economica che non conosce fine. Ecco perché un libro come quello di Nanni è prezioso: comprendere come e perché il giornalismo debba plasmarsi sul mondo liquido, è probabilmente il compito numero uno del bravo giornalista. Ma restano fari essenziali la curiosità e la credibilità, argomenta l’autore. Non c’è blog o social che tenga. Il giornalista non è un impiegato, non deve cadere nell’errore di esserlo o pensarsi come tale. Il giornalista non è un impiegato, non deve cadere nell’errore di esserlo o pensarsi come tale.
La brama nel comprendere prima degli altri il “quid” non può essere soddisfatta da una rapida ricerca sul mondo a portata di click. Ma non è tutto. Nanni, infatti, fa uno sforzo in più, offrendo a chiunque sia interessato gli strumenti per diventare realmente bravi giornalisti, dai “trucchi” nella scrittura allo stile più indicato a seconda dei casi, fino alla preparazione in vista degli esami di idoneità. Il giornalismo, dice Nanni, può e deve raccogliere la sfida dei tempi. Perché oggi come allora si possa dire “Vado a divertirmi” quando si esce di casa per andare al lavoro. Esattamente come faceva Nanni salutando la moglie Mercedes.