Il grande bluff delle siringhe di Stato. Le Asl fanno ancora come vogliono. E i costi standard?

Non c’è che dire, al ministero dell’economia hanno fatto una scoperta davvero “sensazionale” in direzione di un’efficace spending review. Il super dicastero, oggi guidato da Pier Carlo Padoan, pare aver messo a fuoco il fatto che in Italia i costi di aghi e siringhe sono eccessivamente sperequati non solo a livello nazionale, ma anche nelle singole regioni. Da qui una serie di sprechi di risorse derivanti dai soliti appalti fai da te. Peccato che è dagli anni ‘90, in particolare dai tempi della Commissione tecnica per la spesa pubblica guidata da Piero Giarda, che le differenze dei costi di approvvigionamento delle siringhe sono la metafora degli sprechi nella sanità. Poi negli anni 2000 ci sono state le Commissioni sul federalismo guidate da Giuseppe Vitaletti e Luca Antonini, giunte alle medesime conclusioni.

AMARO IN BOCCA – La realtà è che i governi e i ministri degli ultimi 25 anni non hanno mosso un dito. Per questo suona un po’ beffardo il primo maxi appalto centralizzato nella storia della Pubblica amministrazione, appena bandito dalla Consip, la centrale acquisti del Tesoro guidata da Luigi Marroni. La gara, del valore complessivo di circa 40 milioni di euro in 2 anni, avrà un massimale di fornitura (ovvero il quantitativo massimo di beni acquistabili in convenzione) di circa 500 milioni di “pezzi”, tra diverse tipologie di aghi e siringhe. Il tutto coprirà il 30-35% del fabbisogno annuo della Pa relativamente ai beni messi a gara. Nell’illustrare le prerogative di questa prima “rivoluzionaria” iniziativa, però, la Consip scopre davvero l’acqua calda. “Da un’analisi condotta sui prezzi di acquisto delle Amministrazioni”, scrive la società guidata da Marroni, “è infatti emersa una forte difformità dei prezzi medi di aghi e siringhe a parità di prodotto, non solo a livello nazionale ma anche intra-regionale, tra le diverse strutture sanitarie”. Ma dai. Per questo “l’individuazione di un unico prezzo posto a base d’asta e di un unico prezzo di aggiudicazione, ottenuti attraverso la gara Consip, consentirà di attenuare sensibilmente tali differenze di prezzo”.

DOMANDA – Ma se è così facile mettere ordine nel girone dantesco degli appalti per aghi e siringhe, perché non è stato fatto prima? E come mai i tanto sbandierati costi standard, più volte dati per acquisiti nelle dichiarazioni del ministro della salute Beatrice Lorenzin, in realtà come conferma la Consip sono ancora molto lontani dall’essere applicati efficacemente? Per carità, se davvero questo bando dovesse essere una svolta tutti quanti ne sarebbero felici. Ma arrivare nel 2016 e constatare che sugli appalti di aghi e siringhe ci sono ancora molte sperequazioni a livello nazionale e intraregionale significa davvero ammettere che negli ultimi 25 anni non si è fatto nulla. E questo è un pessimo biglietto da visita per qualsiasi tentativo di efficace spending review.

Twitter: @SSansonetti