Il Lingotto non ha rilanciato Renzi, Orlando gli rinfaccia: solo ora ammette i problemi del Pd. E scatta l’allarme affluenza

Uno dei candidati al congresso del Pd, Andrea Orlando, ha lanciato l'allarme sulla partecipazione alle primarie. Sfidando Renzi.

Il Lingotto è stato il tentativo di Matteo Renzi di mettersi al centro della vita politica italiana. Cominciando a riprendersi il Partito democratico. Ma la mobilitazione dell’appuntamento di Torino non ha dato grande spinta al dibattito al di fuori della cerchia dei renziani duri e puri. Così uno dei candidati al congresso del Pd, Andrea Orlando, ha lanciato l’allarme: “La cosa che mi preoccupa dei sondaggi è che rischiano di andare ai gazebo poche persone. Se riusciamo a fare delle cose insieme è un modo per rappresentare un progetto politico”, ha affermato il ministro della Giustizia, in un‘intervista a La Stampa.

Dal Guardasigilli è arrivata anche una presa di posizione netta rispetto all’intervento dell’ex presidente del Consiglio. “Registro un riconoscimento tardivo del tema del partito, il grande assente di questi anni. Sul campo resta pure il tentativo di coprire a sinistra. Che mi preoccupa, ma non per le primarie. Si affronta il problema in modo anacronistico, rimettendo in moto parole come Frattocchie, citazioni di Lenin, ricette economiche di altre stagioni. Invece credo dovremmo discutere tutti insieme quale debba essere il nuovo asse”. E Orlando ha lanciato anche monito agli elettori: “Sono l’unico che può unire la coalizione”.

I toni di Michele Emiliano sono ancora più severi nei confronti di Renzi. “Con questo modo di fare le elezioni non le vincerà mai, non avrà la maggioranza relativa. Se diventerò segretario di partito le elezioni le vinco, perchè rimetto insieme un pezzo di partito. Possono votarmi tutti gli italiani progressisti”, ha scandito il presidente della Regione Puglia. E poi ha spiegato che non è intenzionato a lasciare il partito: “Nel Pd non si disfano più di me, non mi buttano fuori, io resto nel Pd anche se perdo le primarie e non le perderò. Resto lì e con una serie di misure forti”. Infine Emiliano ha respinto le accuse di “grillismo”. “Non sono un populista di sinistra che non è in grado di decidere se un ospedale è utile o meno, io credo che il partito che viene dalla Resistenza non possa essere lasciato in mano a gente così”.