Il mercato prestiti continua ad annaspare. Erogato in calo anche a maggio 2015. Per Confcommercio i volumi si sono ridotti di un altro 1,2% rispetto al 2014

Mercato prestiti in regressione anche a maggio 2015. È durata giusto un mese la velata sensazione di ottimismo che aveva accompagnato il settore crediti nel mese di marzo quando, in contemporanea con l’esordio delle politiche di quantitative easing, i volumi avevano registrato una crescita pari allo 0,4% su base annua. Il costo dei finanziamenti si è abbassato, come facilmente riscontrabile consultando i servizi di comparatori di prestiti come supermoney.eu o altri portali del settore, e le nuove politiche bancarie dell’Unione Europea volte ad aumentare la disponibilità in cassa degli istituti di credito avrebbero dovuto dare ulteriore impulso al mercato. Avrebbe, appunto. I fatti però si discostano dalle previsioni e mostrano, una volta di più, come il comparto arranchi, soprattutto per ciò che riguarda le erogazioni in favore delle aziende.

Mercato prestiti ancora in calo, lo studio di Confcommercio

Le rilevazioni Abi relative all’andamento del mercato prestiti nei primi tre mesi del 2015 mostravano un’attenuazione della stretta creditizia collegata alle politiche incentivanti varate da Bruxelles e presagio di un imminente miglioramento nel comparto dei crediti. I dati pubblicati da Confcommercio in riferimento al mese di maggio, invece, evidenziano tutt’altra verità: il settore è ancora in flessione e, dopo la leggera crescita di marzo, già ad aprile è tornato il segno ‘meno’.

Un’involuzione che si è consolidata anche a maggio. Secondo le rilevazioni di Confcommercio, i volumi aggregati dei crediti concessi a famiglie e imprese ha segnato un -1,2% in termini tendenziali – ovvero su base annua – e un -0,2% in termini congiunturali – cioè in relazione alle ultime misurazioni di aprile.

Trend in discesa

Ad aprile il calo era stato pari al -1,5% su base annua e dello 0,2% rispetto a marzo, con una recessione preoccupante relativa all’andamento dei prestiti alle imprese, che avevano perso il 2,7% dei volumi nell’arco di 12 mesi. Evidentemente, ricorda Confcommercio, non c’è ancora stato il trasferimento sugli stock dei crediti delle salvifiche iniezioni di liquidità volute e varate da Draghi.

Continua a pesare sul mercato prestiti la zavorra dei crediti in sofferenza, troppi crediti in sofferenza, che pongono un ulteriore freno alle erogazioni. Gravano poi sulle spalle delle Pmi nostrane i costi dei confidi (consorzio di garanzia collettiva dei fidi), cioè le agenzie che fanno da garanti per le aziende incapaci di presentare le necessarie rassicurazioni bancarie e che senza i quali – sostiene Confcommercio – l’accesso ai finanziamenti sarebbe, per moltissime società, del tutto impraticabile.