È salito purtroppo il bilancio delle vittime dell’Hotel Rigopiano di Farindola. Nel pomeriggio di ieri è stato ritrovato il corpo di una donna in uno stanzino a ridosso della cucina e del bar. Bilancio che, poi, si è aggravato ulteriormente con il ritrovamento di altri corpi; sono 17 le vittime della slavina che ha travolto l’albergo. E si continua a scavare quando all’appello mancano ancora 12 dispersi.
Ogni minuto che passa si riducono le possibilità di ritrovare persone in vita. Fino a ieri ad alimentare la speranza di trovare qualcuno ancora vivo era l’ipotesi che sotto le macerie possa essersi creata una bolla d’ossigeno. “Una possibilità c’è sempre”, come ha spiegato a tal proposito Mario Costa, presidente onorario della Società Sistema 118 (che coordina le attività dei sistemi di emergenza regionali): “Si può trovare una sacca d’aria sufficiente sotto le macerie che dà la possibilità di respirare”.
L’inchiesta – Accanto ai soccorsi, che ieri hanno permesso di ritrovare vivi anche tre cuccioli di pastore abruzzese, però, è partita l’inchiesta. Che per ora è “alle battute iniziali”, come ha chiarito il procuratore aggiunto di Pescara, Cristina Tedeschini. Tra i filoni al centro dell’indagine ci sono quelli che attengono alle circostanze e alle decisioni sull’apertura dell’hotel. Oltre, naturalmente a quello sulla “viabilità e di accesso” al resort. Al momento le ipotesi di reato sono quelle di disastro colposo e omicidio plurimo colposo. Proprio perché l’indagine è all’inizio è stato aperto un solo fascicolo contro ignoti, ma non è da escludere più avanti uno spacchettamento dei vari filoni d’indagine. Su un punto Tedeschini, titolare dell’inchiesta insieme al pm Andrea Papalia, è stata chiara e riguarda proprio l’incidenza dei ritardi che si sono accumulati a partire da mercoledì scorso, giorno in cui la valanga ha travolto l’hotel e che secondo il procuratore “sul piano causale, non è di particolare rilievo”: “Tutti i fraintendimenti, le incongruenze e i problemi nella comunicazione hanno avuto una rilevanza causale non epocale, provocando ritardi che verosimilmente sono di circa un’ora”. Insomma, prevale la cautela. Il nesso causa-effetto sull’efficacia dei soccorsi è tutto da dimostrare. Nel frattempo la stessa mail partita dall’Hotel Rigopiano è stata acquisita nell’indagine. Un’inchiesta che riguarderà, come ha precisato la pm, pure la storia edilizia del resort. Secondo il Forum H20 Abruzzo (che mette insieme appunto i movimenti per l’acqua), infatti, alla luce della mappa Geomorfologica dei bacini idrografici della Regione del 1991, l’intera struttura sarebbe stata costruita sopra colate e accumuli di detriti preesistenti, compresi quelli da valanghe.