Il rivoluzionario con la mitra. Benedice gay e separati

di Franco Rossi

La prima riforma del Papa è quella dell’atteggiamento. E così Bergoglio apre ai divorziati, ai gay e alle donne che hanno abortito. Misericordia, non tortura. Dal Pontefice arrivano parole che non ti aspetti ma che in realtà fanno parte integrante della concezione cristiana della vita. “Io vedo con chiarezza che la cosa di cui la Chiesa ha più bisogno oggi è la capacità di curare le ferite e di riscaldare il cuore dei fedeli, la vicinanza, la prossimità. Io vedo la Chiesa come un ospedale da campo dopo una battaglia”. È un’intervista rivoluzionaria, quella che Bergoglio ha concesso a padre Antonio Spadaro, direttore della Civiltà Cattolica. Il confessionale continua “non è una sala di tortura ma il luogo della misericordia nel quale il Signore ci stimola a fare meglio che possiamo”. Il Papa racconta che una volta una persona in maniera provocatoria gli chiese se approvava l’omosessualità. Io allora le risposi – ha detto il Papa – con un’altra domanda. “Dimmi: Dio quando guarda a una persona omosessuale ne approva l’esistenza con affetto o la respinge condannandola? Bisogna sempre considerare la persona”. E Francesco pensa anche “alla situazione di una donna che ha avuto alle spalle un matrimonio fallito nel quale ha pure abortito. Poi questa donna si è risposata e adesso è serena con cinque figli. L’aborto le pesa enormemente ed è sinceramente pentita. Vorrebbe andare avanti nella vita cristiana. Che cosa fa il confessore? Il Papa sottolinea che non si può “insistere” solo sulle questioni legate ad aborto, matrimonio omosessuale e uso dei metodi contraccettivi. “Questo non è possibile. Io – aggiunge il Pontefice – non ho parlato molto di queste cose e questo mi è stato rimproverato. Ma quando se ne parla, bisogna parlarne in un contesto”.

Non una morale sterile
Del resto, precisa Bergoglio, il parere della Chiesa “lo si conosce e io sono figlio della Chiesa, ma non è necessario parlarne in continuazione”. Il Papa insiste che gli insegnamenti, tanto dogmatici quanto morali non sono tutti equivalenti. Una pastorale missionaria non è ossessionata dalla trasmissione disarticolata di una moltitudine di dottrine da imporre con insistenza. L’annuncio di tipo missionario si concentra sull’essenziale, sul necessario che è – sottolinea il Papa – anche ciò che appassiona e attira di più, ciò che fa ardere il cuore. Occorre quindi trovare un nuovo equilibrio altrimenti anche l’edificio morale della Chiesa rischia di cadere come un castello di carte, di perdere la freschezza e il profumo del Vangelo. La proposta evangelica deve essere più semplice, profonda, irradiante. E da questa proposta che poi vengono le conseguenze morali. Sulla questione omosessualità il Papa aveva già stupito.

Le riforme
A Buenos Aires – secondo quanto raccontato dallo stesso Pontefice – riceveva lettere di persone omosessuali, che sentivano come la Chiesa li avesse abbandonati e per sempre condannati. Non solo: “Durante il volo di ritorno da Rio de Janeiro ho detto che, se una persona omosessuale è di buona volontà ed è in cerca di Dio, io non sono nessuno per giudicarla. Dicendo questo io ho detto quel che dice il Catechismo. La religione ha il diritto di esprimere la propria opinione a servizio della gente, ma Dio nella creazione ci ha resi liberi: l’ingerenza spirituale nella vita personale non è possibile”. In merito alle riforme poi il Papa ha spiegato che la Consulta degli otto cardinali si riunirà all’inizio di ottobre “non è una decisione solamente mia, ma è frutto della volontà dei cardinali, così come è stata espressa nelle Congregazioni Generali prima del Conclave. E voglio che sia una Consulta reale, non formale”. Però spiega che “le riforme organizzative e strutturali sono secondarie, cioè vengono dopo. La prima riforma deve essere quella dell’atteggiamento”.