Il Tg1 sta perdendo l’Eredità. In crisi di ascolti il traino di Fabrizio Frizzi, ora è “Caduta libera”. Con Scotti il Tg5 si avvicina, ma per ora Orfeo resta in testa

Se continua l’emorragia di ascolti a Raiuno non resta più neanche l’Eredità. Il programma continua a perdere telespettatori. A rimetterci è il Tg1 di Orfeo.

Se continua l’emorragia di ascolti a Raiuno non resta più neanche l’Eredità. Nelle ultime settimane il programma del preserale lanciato da Carlo Conti e ora condotto da Fabrizio Frizzi continua a perdere telespettatori. Qualche cambio nella scaletta dei giochi e soprattutto la concorrenza spietata di Caduta libera con Gerry Scotti hanno fatto perdere la supremazia. Al punto che la linea al Tg1 arriva sempre con medie più basse. Poi il telegiornale di Mario Orfeo riesce a recuperare sul Tg5 ma ogni sera è una super fatica, anche perché il divario si è sensibilmente ridotto grazie al traino di Scotti.  Ormai sono un ricordo quei pienoni di ascolti dell’Eredità, così vicini ai 5 milioni di telespettatori con share superiore al 25%. Una manna dal cielo per il Tg1 che consolidava il risultato e vinceva con un distacco notevole sul Tg5.

RAISPORT, LA FEBBRE DEI VICE – Mancano ancora pochi giorni e la redazione di Raisport conoscerà il piano editoriale firmato dal nuovo direttore Gabriele Romagnoli. A tenere banco c’è la corsa alle vicedirezioni. I nomi più gettonati sono quelli di Maurizio Losa, Marco Franzelli, Ivana Vaccari, Marco Mazzocchi e Claudio Valeri (in arrivo dal Tg2). Losa dovrebbe avere la delega al palinsesto. L’ex vice di Mazza torna in carica dopo la parentesi non certo felice per lui nella gestione Paris.

BILANCIO SÌ, MERLO NO – Il cda di Viale Mazzini approva il bilancio 2015. Ora toccherà agli azionisti nell’assemblea di inizio giugno. Si chiude con una perdita di 25,6 milioni, in netta diminuzione rispetto a quella del 2014 (175,8 milioni).

I ricavi ammontano a 2 miliardi e 493 milioni (2,489 nel 2014). Sono costituiti principalmente dai canoni per 1,637 miliardi e dalla pubblicità per 658,8 milioni, calata rispetto all’anno scorso di circa 15 milioni.

In commissione Vigilanza Campo Dall’Orto ha rivendicato la sua autonomia sulle scelte, ribadendo che il nuovo piano industriale vuole traghettare la Rai nel futuro perché occorre prendere atto che c’è un gap da recuperare.

Intanto il direttore editoriale Verdelli ha dovuto ingoiare un rospo, perché è saltata l’assunzione del suo vice di fiducia, Francesco Merlo. Ora si cercherà di farlo rientrare dalla finestra come consulente.

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