Immobili, il 2013 l’anno peggiore di sempre

di Giuseppe Bottero per La Stampa

Un 2013 terribile, il peggiore dal 1985, un 2014 che, almeno dal punto di vista dei mutui, fornisce segnali di speranza. È la fotografia scattata dal «Rapporto immobiliare 2014», lo studio annuale elaborato dall’Osservatorio del mercato immobiliare dell’Agenzia delle Entrate e dall’Abi.

Nel dettaglio, lo scorso anno il settore ha perso 8 miliardi di euro di fatturato: per l’acquisto di abitazioni si sono spesi 67,5 miliardi a fronte dei 75,7 miliardi registrati nel 2012.

Nel primo trimestre, però, sono ripartire le erogazioni di mutui, con un aumento superiore al 20% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Non solo, è migliorata anche l’accessibilità delle famiglia all’acquisto della casa.

I numeri  

Il volume delle compravendite di abitazioni nel 2013 si è attestato a 406.928 unità, in flessione del 9,2% rispetto al 2012 (448.364) e ben al di sotto delle 430 mila registrate nel 1985, quasi 30 anni fa. Il calo, che nel corso dell’anno ha subito un lieve rallentamento, ha riguardato maggiormente le aree del Centro (-1,3%) e delle Isole (-10,8%). Seguono il Sud (-9,8%), il Nord Ovest (-8,8%) e il Nord Est (-7,5%).

Così nelle grandi città

Nelle maggiori città le compravendite di case nel 2013 sono diminuite complessivamente del 5,5%. Napoli e Genova mostrano le flessioni più marcate, rispettivamente con un -15,2% e -10,3% mentre Roma segue con una discesa del 7,3%. In controtendenza Milano che risale del 3,4% e, in maniera più contenuta, Bologna, che registra un +1,5%. Nei Comuni delle province delle grandi città la flessione nella compravendite di case risulta più elevata (-10,6%). I cali maggiori si registrano a Roma (-13,8%) e a Milano (-11,1%). Seguono Torino e Genova (-10,2%). Chiudono la serie, con il calo minore, i Comuni della provincia di Bologna (-5,7%).

I rubinetti del credito  

Anche se i prestiti per l’acquisto della casa tornano a crescere nei primi mesi dell’anno, nel 2013 la flessione delle unità compravendute con mutuo ipotecario è stata del 7,7% a 143.572 unità a fronte del -38,6% registrato nel 2012.

Lo scorso anno l’indice di «accessibilità» elaborato dall’Abi risulta pari al 6,7%, 2,1 punti percentuali in più della prima metà dell’anno scorso, con un miglioramento che lo riporta in linea con i valori pre-crisi, determinato dal calo dei prezzi e che riguarda tutte le famiglie, anche quelle più fragili, cioè quelle giovani e residenti nei grandi centri urbani.

«I dati dei primi mesi del 2014 mostrano segnali postivi anche se prosegue la riduzione delle compravendite – ha spiegato il direttore generale dell’Abi, Giovanni Sabatini – l’indice di accessibilità delle famiglie all’acquisto di abitazioni dà segnali di miglioramento che disegnano uno scenario di moderato ottimismo. Bisogna lavorare su questi segnali di ripresa che riguardano il credito, i mutui e le sofferenze bancarie».