In carcere come in albergo. Gli agenti ora pagano i letti

di Nicoletta Appignani

Dormire negli alloggi delle carceri d’ora in poi sarà come soggiornare in albergo, ma senza tutti i confort: si pagherà la quota giornaliera e l’assegnatario avrà l’obbligo, entro le ore 14.00 del giorno successivo a quello di scadenza della concessione, di lasciare libero l’alloggio da persone e cose. Dopo le polemiche sugli stipendi bloccati e gli straordinari non pagati, adesso per la polizia penitenziaria arriva anche il pagamento di un canone sugli appartamenti in caserma. Locali che vengono descritti come fatiscenti, stanze che contengono da uno a tre letti, disposte lungo un corridoio dove si trova un unico bagno a disposizione, ovviamente in comune. La denuncia arriva dal Sappe, il Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria, che cita una circolare firmata lo scorso 18 giugno da Alfonso Sabella, direttore generale Beni e servizi del Dipartimento dell’amministrazione penitenzia.

Il canone
Del provvedimento si è venuti a conoscenza dopo quasi due mesi, in seguito alle proteste nei vari istituti. Da giugno, infatti, i dirigenti avevano iniziato a richiedere le misurazioni degli alloggi di servizio.
“Il costo per ogni agente si aggirerà tra i 7 e i 10 euro a notte – spiega il segretario generale del Sindacato, Donato Capece – ci hanno detto che il provvedimento fa parte della spending review, ma gli agenti della polizia penitenziaria sono gli unici a dover pagare tra le forze dell’ordine”. Una cifra bassa, insomma, ma a dover fare i conti con questa spesa sono persone che guadagnano 1300 euro al mese e che ogni giorno si trovano ad affrontare le proteste dei detenuti per il problema del sovraffollamento carcerario. Senza contare la carenza di personale: secondo il sindacato mancano 7500 unità a livello nazionale. Con il rischio sempre crescente che l’eccessivo sovraffollamento e la tendenza ad allentare le maglie della sicurezza facciano in modo che il carcere diventi un luogo sempre meno sicuro.

Tra violenza e suicidi
Una polemica insomma che getta benzina sul fuoco. A fine luglio, infatti, aveva già fatto molto discutere l’aggressione ai danni di quattro agenti della penitenziaria nella casa circondariale di Brissogne, ad Aosta. Un episodio di violenza scatenato dalla rabbia di alcuni detenuti, che si erano opposti all’arrivo di un’ulteriore persona nella loro cella. E ancora, a preoccupare il sindacato sono anche i crescenti episodi di suicidio tra gli stessi agenti. L’ultimo domenica sera in provincia di Avellino, quando un poliziotto si è tolto la vita mentre si stava recando al lavoro nel carcere di Ariano Irpino. Si tratta del quarto caso in due mesi e del settimo dall’inizio dell’anno. “L’Amministrazione Penitenziaria perde tempo ad assumere decisioni assurde come quella di far pagare i posti letto agli agenti di polizia – conclude Donato Capece – ma non fa assolutamente nulla per il benessere del personale e continua a trascurare il problema”.

La replica
Dello stesso avviso sono anche i poliziotti, che non sanno come sostenere la spesa, dovendo già pagare di tasca propria i vari trasferimenti. Per questo il Sappe sta organizzando una manifestazione. Se la richiesta del canone per gli alloggi di servizio non verrà ritirata, a settembre la polizia penitenziaria scenderà in piazza per chiedere le dimissioni del capo del Dap, Giovanni Tamburino. Ed è di quest’ultimo la replica: “Si tratta di una circolare, dunque può essere rimodulata anche in relazione allo stato degli alloggi. Può avere una certa elasticità ed essere soggetta a revisione”.