In Forza Italia già è scontro sul dopo Schifani

di Lapo Mazzei

D’accordo, meglio temporeggiare che non fare. Meglio dare l’impressione, che fare impressione. Sarà per questa ragione che il Consiglio dei ministri di ieri ha deciso di rinviare il varo del decreto per l’abolizione della seconda rata dell’Imu sulla prima casa. “Martedì saranno approvati entrambi i provvedimenti”, ha spiegato il premier Enrico Letta,sull’Imu e sulla rivalutazione delle quote di Bankitalia e “la seconda rata dell’Imu non sarà pagata perché questo è un impegno da tempo preso”. Un rinvio solo formale: “I due provvedimenti”, aggiunge Letta, “devono andare in parallelo. No a letture maliziose”. Beh, difficile non farle vista la situazione interna ai due azionisti di maggioranza delle larghe intese.

Nel Pd aria di fronda
Il Pd, partendo da ciò che sta più vicino al premier, è uscito con le ossa rotte e le divisioni accentuate dal voto sulla Cancellieri, e rischia di entrare nel rush finale per la primarie con le idee ancor più confuse. E tutto questo non aiuta certo il governo a tenere la barra dritta, sapendo che la base non segue più questo procedere ondeggiante del partito. E lo stesso Renzi, diventato il vero competitor del premier, non è affatto disposto a firmare altre cambiali in bianco, dato che gli interessi vanno a rafforzare la posizione di Berlusconi. Imu, stabilità e altre manovre economiche sono tutti tasselli del mosaico berlusconiano, non certo del Pd. Per non parlare delle privatizzazioni, aspramente criticate dal rottamatore.

Forza Italia riorganizza il partito
Dal canto suo Forza Italia, appena uscita dal tunnel del Pdl, ha la necessità di tenere bassi i giri del motore in modo tale da organizzare con la massima calma la struttura de partito. Per Berlusconi si tratta di un passaggio fondamentale, in vista delle battaglie che dovrà affrontare dopo il voto del Senato sulla sua decadenza. Qualunque sia l’esito della prova. Non a caso si sono improvvisamente allungati i tempi per l’elezione del capogruppo di Forza Italia al Senato. Nella riunione di ieri i parlamentari azzurri non hanno trovato l’accordo sul nome del successore di Renato Schifani, e la decisione è stata rimandata a lunedì. Sembra comunque definitivamente tramontata l’ipotesi della nomina a presidente del gruppo dello stesso Berlusconi, che non era presente alla riunione che si è tenuta nella sala Koch di palazzo Madama e alla quale avrebbero preso parte solo una ventina di senatori su 60. Tra i nomi in ballo per il ruolo capogruppo restano quelli di Paolo Romani, Altero Matteoli, Elisabetta Maria Casellati e Annamaria Bernini. L’idea avanzata nel corso dell’incontro sarebbe quella, una volta scelto il presidente, di assegnare a tutti gli altri candidati il ruolo di vicepresidente, per dare un segnale di unità e gestione collegiale. I senatori azzurri, ovviamente, hanno discusso a lungo anche della legge di Stabilita’, sulla quale il giudizio resta critico. I parlamentari di FI aspetteranno le proposte del governo su cuneo fiscale, casa e spiagge prima di decidere come votare. Facile intuire che questa guerriglia parlamentare farà salire ulteriormente la tensione. Per questo Letta ha bisogno di tempo. Per questo ha rinviato ancora sull’Imu e sulle altre questioni strategiche.

Grillini can l’acceleratore
All’interno di questo quadro alquanto dinamico, diciamo così, gli unici ad avere tutto da guadagnare e niente da perdere sono i grillini. Al punto che i pentastellati vanno scoprendo il senso del locale, ovvero come conquistare la periferia. “E’ del tutto inutile, anzi, controproducente approvare l’ennesima legge in materia di enti locali”, affermano i deputati del M5s in commissione Affari costituzionali in una lettera inviata al premier Letta e ai ministri Graziano Delrio (Affari regionali) e Gianpiero D’Alia (Pa e semplificazione) a proposito del disegno di legge che dovrebbe istituire le città metropolitane. “L’unico risultato certo, attualmente, è quello di creare ulteriore confusione nella disciplina e complicare ulteriormente i meccanismi della burocrazia locale”. Dunque anche i grillini hanno deciso di dare l’assalto alle amministrazioni locali, nella convinzione che è lì che si batte il Pd, per poi aggredirlo al centro. Non a caso Mario Giarrusso, senatore M5S, è tornato a chiedere un passo concreto del leader del Movimento. “In questo momento ci dobbiamo dare una struttura di supporto. Grillo e Casaleggio non sono a Roma: quello che abbiamo chiesto ad entrambi è di stare qui a Roma con noi”. “Hanno detto che si sarebbero organizzati per essere più presenti”, ha spiegato, “è importante che il contributo venga dato qui su Roma, con l’apertura di una sede”. E con la marcia su Roma dei grillini chissà se il quadro politico cambi davvero…