“Inizia la Terza Repubblica, quella dei cittadini”. Di Maio esulta e apre al dialogo con le altre forze politiche

"Inizia la Terza Repubblica, e sarà la Repubblica dei cittadiani italiani". Con queste parole Luigi Di Maio ha chiuso il suo primo discorso post Politiche

“Inizia la Terza Repubblica, e sarà la Repubblica dei cittadiani italiani”. Con queste parole Luigi Di Maio ha chiuso il suo primo discorso dopo il risultato eclatante ottenuto alle Politiche di ieri. Adesso viene il bello e il difficile, quello di trovare una maggioranza che possa governare il Paese. E Di Maio ha lanciato la sua offerta sul programma. Sembra difficile trovare l’intesa con Matteo Salvini che stamattina ha chiuso a una possibile intesa. Anche per questo l’offerta sembra più diretta a LeU e a quella parte del Partito democratico che potrebbe trattare con i Cinque Stelle qualora il segretario dem, Matteo Renzi, si dimettesse.

“Il M5S é rappresentativo dell’intera nazione, e questo ci proietta inevitabilmente verso il governo dell’Italia. Sentiamo la responsabilità di dare un governo all’Italia”, ha spiegato Di Maio, “oggi  le coalizioni di centrodestra e centrosinistra non hanno i numeri per governare, per questo ci prendiamo questa responsabilità. Agli investitori, alla comunità internazionale, ma soprattutto ai cittadini italiani – prosegue – diciamo che noi questa responsabilità la sentiamo. Un grande grazie a circa 11 milioni di italiani che ci hanno dato la loro fiducia. È un onore avere questo consenso che ci fa diventare la prima forza politica a poco distanza dalla seconda. Voglio esprimere un grazie a Casaleggio, ai volontari e a chi ha fatto le donazioni. Noi non abbiamo preso finanziamenti pubblici e dalle grandi lobby”.

Adesso la palla passerà al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. “Sono fiducioso, il Presidente della Repubblica saprà guidare questo momento con autorevolezza e sensibilità”, ha detto sicuro Di Maio. Sono il triplo i parlamentari in più eletti dai Cinque Stelle rispetto alla precedente legislatura. Adesso però questi numeri dovranno farli quadrare in qualche modo per evitare l’ingovernabilità.