Ogni anno l’Istat rivede l’elenco dei prodotti che compongono il paniere di riferimento della rilevazione dei prezzi al consumo e aggiornando contestualmente le tecniche d’indagine e i pesi con i quali i diversi prodotti contribuiscono alla misura dell’inflazione. Nel paniere del 2019 utilizzato per il calcolo degli indici NIC (per l’intera collettività nazionale) e FOI (per le famiglie di operai e impiegati) figurano 1.507 prodotti elementari (1.489 nel 2018), raggruppati in 922 prodotti, a loro volta raccolti in 407 aggregati. Per il calcolo dell’indice IPCA (armonizzato a livello europeo) si adotta un paniere di 1.524 prodotti elementari (in lieve ampliamento rispetto ai 1.506 nel 2018), raggruppati in 914 prodotti e 411 aggregati.
L’aggiornamento del paniere tiene conto dei cambiamenti emersi nelle abitudini di spesa delle famiglie, dell’evoluzione di norme e classificazioni e in alcuni casi arricchisce la gamma dei prodotti che rappresentano consumi consolidati. Per quanto riguarda l’ingresso di prodotti che hanno acquisito maggiore rilevanza nella spesa delle famiglie, sono da segnalare: tra i beni alimentari, frutti di bosco e Zenzero; nei trasporti, bicicletta elettrica e scooter sharing. Entra inoltre nel paniere la cuffia con microfono (tra gli apparecchi audiovisivi, fotografici e informatici), l’hoverboard (tra gli articoli sportivi) e la web Tv (nell’ambito degli abbonamenti alla pay tv).
Ad arricchire la gamma dei prodotti che rappresentano consumi consolidati, entrano nel paniere tavolo, sedia e mobile da esterno (tra i mobili da giardino), pannoloni e traversa salvaletto (tra gli altri prodotti medicali) e i prezzi dell’energia elettrica del mercato libero, affiancano quelli del regime di maggior tutela nel contribuire alla stima dell’inflazione.
Escono dal paniere il supporto digitale da registrare e la lampadina a risparmio energetico. Nel complesso, le quotazioni di prezzo usate ogni mese per stimare l’inflazione sono circa 6.000.000 e hanno una pluralità di fonti: 458.000 sono raccolte sul territorio dagli Uffici comunali di statistica e 238.000 direttamente dall’Istat; oltre 5.200.000 tramite scanner data; più di 86.000 arrivano dalla base dati dei prezzi dei carburanti del Ministero dello Sviluppo economico.