Italia, da corazzata a bagnarola

di Marco Castoro

Nella storia della Nazionale ora c’è un’altra Corea. Si chiama Costa Rica. Anche se va detto che gli avversari di ieri hanno dimostrato di essere un collettivo molto organizzato. Una squadra aggressiva, corta. Sempre pronta a raddoppiare e triplicare le marcature. Con dei giocatori buoni tecnicamente e intelligenti tatticamente. Atleticamente a posto e a loro agio anche con il caldo e l’umidità. E gli azzurri? Praticamente inesistenti. Inguardabili. Non pervenuti. Senza carattere. Senza gioco. Imbambolati sia di testa sia di gamba. In pratica non sono mai entrati in campo.

Approccio sbagliato
Completamente sbagliato l’approccio alla partita. Prandelli non lo ammette, dice che più dell’approccio sbagliato si deve parlare di come ci abbia messo in difficoltà l’aggressività della Costa Rica. Vero. Viene da chiedersi però perché gli azzurri siano entrati in campo senza quella fame e quella concentrazione che hanno avuto contro gli inglesi. Il tiki taka che tanto era piaciuto all’esordio è rimasto negli spogliatoi. La Costa Rica, squadra molto più organizzata tatticamente della nostra, ha pressato e fatto possesso palla. In pratica tutte e due le fasi. Da vera padrona del campo. Mentre gli uomini di Prandelli hanno corso a vuoto, inseguendo la palla e arrivando sempre dopo gli avversari. I centrocampisti sono sembrati imbambolati. Il pallone un oggetto incontrollabile. Col passare dei minuti non si è visto un passaggio preciso. Eppure Balotelli ha avuto due fiammate che potevano sbloccare il risultato. Ma Supermario ha pensato al bacio sulla guancia della Regina e si è trasformato d’incanto in un ranocchio, ciccando le due conclusioni. La prima inventando il primo cucchiaio di stinco della storia del calcio. La seconda con un tiro forte ma centrale. La Costa Rica, dopo un rigore non concesso dall’arbitro per un fallo di Chiellini su Campbell, è passata con un colpo di testa di Ruiz all’ultimo minuto del primo tempo.

Una sconfitta meritata
Non c’è dubbio: sconfitta meritata. Perdere una partita al Mondiale ci sta pure (con la Costa Rica in verità si dovrebbe evitare), ma perderla in questa maniera è uno scandalo. Un attentato suicida. Il tanto decantato 4-1-4-1 di Prandelli si è schiantato contro il 5-4-1 di Pinto. Un muro insormontabile se non hai gamba, fame e giocatori che sappiano saltare l’uomo. Se non riesci a spingere sulle fasce e aggirare lo schieramento che hai davanti. Gli azzurri non hanno saputo fare tutto questo. Con l’aggravante che non sono sembrati in grado di farlo. Hanno girato a vuoto inseguendo il pallone (più con lo sguardo e per inerzia che con le gambe), non riuscendo neanche a recuperare un pallone in mezzo al campo per ripartire. Hanno sbagliato perfino gli appoggi e i passaggi più elementari.

Le sostituzioni
A un certo punto la soluzione Cassano è sembrata la più consona. Il fantasista del Parma avrebbe dovuto colpire il boccino, come si fa in una partita a bocce, quando sei chiuso. Ma nemmeno Cassano è servito alla causa. Dopo di lui sono entrati altri due esterni. Insigne (che non ha fatto nulla di incisivo) e Cerci (che almeno ci ha provato in qualche occasione). Con quattro attaccanti, di cui due esterni di ruolo e per di più freschi, l’Italia non è riuscita lo stesso a creare pericoli al portiere avversario. Mai un’occasione da gol. Se questa è l’Italia non si va lontano.