Italo, un treno chiamato conflitto d’interessi. Il ruolo di Credit Suisse, consulente di Ntv per la quotazione ma anche grande ispiratrice del fondo americano Gip

Italo, un treno chiamato conflitto d'interessi

di Stefano Sansonetti

Forse c’è un conflitto d’interessi. O forse ce ne sono così tanti che risulta difficile dipanare la matassa. In attesa di capire se Ntv cederà alle lusinghe del fondo americano Gip (Global Infrastructure Partners), o proseguirà con la strada della quotazione, dietro le quinte è già servito un bel groviglio di interessi. Così intricato da lasciare tracce anche dopo le decisioni che verranno prese dalla società dei treni Italo, il cui Cda è stato aggiornato a oggi. Al centro del primo intreccio c’è una banca finora rimasta dietro le quinte: Credit Suisse. L’istituto svizzero, nei giorni scorsi, è stato inserito da Ntv nel pool di banche che opereranno da “joint global coordinator” della quotazione (ammesso che questa sia la strada scelta), in pratica un’attività di coordinamento e consulenza sul collocamento. Ma La Notizia è in grado di documentare che Credit Suisse aleggia pesantemente anche dietro Gip, il fondo Usa che punta al 100% di Ntv-Italo (anticipando quindi lo sbarco in Borsa).

I NOMI. Curriculum alla mano, per esempio, emerge che su 16 partners di Gip ben 9 vengono proprio da Credit Suisse: si tratta di Adebayo Ogunlesi (peraltro chairman e managing partner del gruppo a stelle e strisce), Matthew Harris, Jonathan Bram, Andrew Gillespie-Smith, Bruce MacLennan, Michael McGhee, Raj Rao, Salim Samaha e Rob Stewart. Non solo. Tra i 6 managing directors di Gip, 5 vengono dalla stessa banca svizzera: Lori Gish, James Jenkins, Mark Levitt, Gregg Myers e Robert O’Brien. Già questo potrebbe indurre qualche riflessione. Ma ci sono altri puntini da unire. Poco più di un anno fa sempre Credit Suisse è stata advisor di Ntv nell’operazione che ha portato il fondo Peninsula ad acquistare una quota della società di Italo che oggi ne fa uno dei maggiori azionisti con il 12,6%. In più nel Cda di Ntv siede Fabio Corsico, che oltre a essere responsabile relazioni istituzionali del gruppo Caltagirone è anche senior advisor per l’Italia della banca svizzera. Qui, a onor del vero, va segnalato che Corsico, come risulta da verbale, non ha partecipato ai Cda di Ntv che hanno scelto i consulenti dell’operazione Peninsula, della quotazione e della possibile operazione Gip, segnalando un potenziale conflitto d’interessi e non partecipando alle discussioni. Ma al netto di questa posizione gli intrecci Ntv-Gip-Credit Suisse restano tutti sul piatto.

NON FINISCE QUI. Altre posizioni non proprio da manuale, però, sembrano affiorare se si passa in rassegna la nuova composizione del Cda di Ntv. Qui siede Andrea Faragalli Zenobi, manager di Intesa Sanpaolo (azionista pesante dei treni Italo). Ma si dà il caso che la banca guidata dall’Ad, Carlo Messina, attraverso la controllata Banca Imi sia inserita con Credit Suisse proprio tra i “global coordinator” della procedura di quotazione di Ntv. Ancora, nel cda della società di Italo sta per entrare Stefano Marsaglia, responsabile dell’investment banking di Mediobanca, che però è anche advisor di Gip nella possibile operazione su Ntv. E nello stesso Cda siede Luca Cordero di Montezemolo (altro azionista pesante di Ntv-Italo), il quale però ha conservato un posto nel Cda di Unicredit, che nella possibile quotazione di Ntv è stata chiamata per il ruolo di “bookrunner” (banca che raccoglie gli ordini di acquisto degli investitori istituzionali) e sponsor. Insomma, il solito scenario delle mille parti in commedia recitate da numerosi soggetti. E questo a prescindere dalla destinazione finale di Italo, Borsa o fondo americano.