Barricate sullo Ius soli pensando ai ballottaggi. Il Pd vuole portare a casa il suo obiettivo da vendere agli elettori. Per lo stesso motivo a destra si tenta di affossare la legge

La legge sullo Ius soli ritorna in Aula. E il clima da campagna elettorale non ha contribuito a rasserenare il confronto

Una settimana infuocata a Palazzo Madama. La legge sullo Ius soli ritorna in Aula dopo la parentesi scoppiettante dei giorni scorsi. E il clima da campagna elettorale, con molti Comuni in palio ai ballottaggi, non ha contribuito a rasserenare il confronto: il Pd vuole portare a casa un risultato fondamentale per il suo elettorato. E d’altra parte, per la stessa ragione, il Centrodestra punta a frenare la legge. In modo da poter sbandierare il successo negli ultimi comizi. Il presidente del Senato, Pietro Grasso, ha ostentato serenità rispetto alle tensioni. “Cerco di gestire la situazione via via come si presenta. Non è la prima volta e non sarà l’ultima. La affronteremo”. Il calendario prevede infatti già da oggi il confronto, anche se le opposizioni vogliono portare a un ulteriore slittamento, magari a dopo il voto del secondo turno delle Comunali. Ma, manco a dirlo, a sinistra l’ipotesi non è presa in considerazione.

La voce della Chiesa – Neppure l’intervento del Vaticano ha favorito un approccio più morbido da parte della politica. “Vorremmo che si riconoscesse la dignità delle persone che arrivano in Italia e quindi a chi nasce qui venga riconosciuto il diritto della cittadinanza”, ha affermato il sostituto della Segreteria di Stato, l’arcivescovo Angelo Becciu. Un rafforzamento delle prese di posizione della Cei. Ma il leader della Lega, Matteo Salvini, non  ha certo fatto passi indietro, rispondendo per le rime: “C’è Chiesa e Chiesa. Ho il telefono pieno di messaggi di frati, di suore, di missionari che sono in Africa a dire ‘Salvini mandate a noi questi soldi che facciamo davvero del bene’”. Anche perché il Carroccio è particolarmente impegnato in questi giorni alla ricerca di voti per amministrare città settentrionali, a cominciare da Verona. Tuttavia, nel Centrodestra c’è chi ha scelto una linea diversa, sebbene in una condizione di netta minoranza. La deputata di Forza Italia, Renata Polverini, ha preso le distanze dal suo partito: “Sono sconcertata dall’asprezza del dibattito sullo Ius soli e mi onoro di essere l’unica parlamentare di centrodestra ad aver votato la legge sulla cittadinanza alla Camera”. L’ex leader sindacale ha quindi rilanciato: “Stiamo parlando di ragazze e ragazzi che sono in Italia da molto tempo, che frequentano le nostre scuole, i nostri oratori, le nostre università e non solo condividono la nostra cultura ma si esprimono il più delle volte nel dialetto delle regioni dove risiedono”.

M5S freddo – Il Movimento 5 Stelle, nonostante le diverse sensibilità interne, sta facendo prevalere la linea del distacco. “È un tema che va portato in un pacchetto di provvedimenti che deve interessare le istituzioni europee”, ha ribadito il vicepresidente della Camera, Luigi Di Maio. “Sono decisioni che vanno prese a livello europeo. Non ci sto a discutere di un tema del genere in una campagna elettorale per le amministrative in cui si dovrebbe parlare di acqua pubblica”, ha aggiunto l’esponente pentastellato. Ma un ex amico dei grillini, come Antonio Di Pietro, è andato giù duro rispetto alla linea scelta: “Mi pare che la loro presa di posizione arrivi dalla pancia”. E non poteva mancare una colorita metafora: “Come quando, finito di mangiare, ti scappa un rutto. Su certe cose non deve ragionare d’istinto”.

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