I jihadisti perdono terreno in Iraq. Controffensiva di Baghdad: Tikrit riconquistata dopo dieci giorni di battaglie

L’Isis comincia a perdere terreno in Iraq. Le truppe irachene e le milizie sciite filo-iraniane sono entrate infatti nei quartieri settentrionali della città di Tikrit, teatro da dieci giorni di una violenta battaglia urbana con le forze del Califfato di Abu Bakr al-Baghdadi. Lo Stato Islamico controlla Tikrit dallo scorso giugno e le forze irachene vogliono liberarla per aprirsi la strada verso Mosul.

I MILITARI
Per questo sono aumentati fino a 30 mila gli effettivi, iracheni e iraniani, impegnati contro Isis e ieri mattina sono riusciti a entrare nella zona di Qadisiyah, raggiungendo il più importante ospedale che si trova a breve distanza dal centro della città-roccaforte dei sunniti, già luogo natale del dittatore Saddam Hussein. L’Isis è riuscita però a rallentare l’avanzata dei governativi facendo esplodere ponti, detonare esplosivi lungo le strade e con un frequente ricorso ai cecchino.

LE CREPE
E nei quartieri Sud e Ovest di Tikrit le difese dei jihadisti continuano a tenere, respingendo gli assalti delle truppe irachene che non sono sostenute dai raid aerei della coalizione internazionale. Insomma, l’Isis comincia a mostrare le prime crepe. A pensarlo è anche il capo dell’Antiterrorismo italiano, Mario Papa, sottolineando che le informazioni d’intelligence fanno ritenere che “nel momento in cui si dovesse fermare l’espansione, le popolazioni locali cercherebbero protezioni di tipo diverso”.