Juncker se ne frega dell’Italia. Il presidente della commissione pensa solo ai conti, ma Renzi non si ferma

Juncker riapre il duello con il Governo italiano in merito alle possibilità di sforare sul patto di stabilità. Ma Renzi gli ripsnde per le rime.

Questa volta il presidente della commissione europea ammette che “se ne frega” dell’Italia. Jean-Claude Juncker riapre il duello con il Governo italiano in merito alle possibilità di sforare sul patto di stabilità. “La mia Commissione ha introdotto nel Patto di stabilità degli elementi di flessibilità di cui hanno beneficiato diversi stati membri, e in particolare l’Italia. Nel 2016 può spendere 19 miliardi in più di quanto avrebbe potuto fare se io non avessi riformato il Patto di stabilità nel senso della flessibilità indicata”, ha affermato l’ex premier lussemburghese.  L’Italia “non può più dire, e se lo si vuole dire lo può fare ma me ne frego, che le politiche di austerità sarebbero state continuate da questa Commissione come erano state messe in atto in precedenza”, ha incalzato Juncker, usando toni molto poco formali.

La replica del presidente del Consiglio, Matteo Renzi, non si è fatta attendere: “Juncker dice che faccio polemica. Noi non facciamo polemica, non guardiamo in faccia nessuno. Perché una cosa è il rispetto delle regole, altro è che queste regole possano andare contro la stabilità delle scuole dei nostri figli”. Insomma, l’Italia vuole portare avanti alcuni investimenti: “Si può discutere di investimenti per il futuro, ma sull’edilizia scolastica non c’è possibilità di bloccarci. Noi quei soldi li mettiamo fuori dal patto di stabilità vogliano o meno i funzionari di Bruxelles”. Renzi ha quindi contrattaccato a testa bassa: “Per anni abbiamo preso appunti dalla maestrina Europa. Io sono per l’ideale europeo di Spinelli, ma l’ideale non può essere parlare di Spinelli e poi quando arriva il tema dei migranti i patti firmati diventano carta straccia. Non è pensabile continuare con questo atteggiamento per cui prendono quando c’è da prendere e non sanno mai nulla. Inaccettabile che noi facciamo il salvadanaio e gli altri alzano muri”