La banlieue di Torino. Scoppia la rivolta dei profughi all’ex villaggio olimpico, cassonetti ribaltati e accuse di razzismo

Non è più prematuro parlamre della prima banlieue italiana: a Torino è andata in scena la prima grande protesta dei profughi.

Non è più prematuro parlamre della prima banlieue italiana: a Torino è andata in scena la prima grande protesta dei profughi. Nella notte di ieri, infatti, nei pressi dell’ex villaggio olimpico, in via Giordano Bruno, ci sono state violenze e insulti rivolte ai residenti. La tensione è scoppiata, è proprio il caso di dire, in seguito a due esplosioni avvenute nella zon che hanno fatto da detonatore alle polemiche sul progetto di sgombero del quartiere.

I migranti hanno letto il lancio di petardi come un tentativo di intimidazione e un gruppetto è sceso in strada urlando “Italiani razzisti”. Il numero di persone è quindi aumentato: in tutto c’erano in strada un centinaio di profughi, provenienti in gran parte da Nigeria, Camerun e Ghana. Da lì è sono scaturiti anche episodi di violenza: con cartelli sradicati, bottiglie lanciate in aria e cassonetti ribaltati. Sul posto sono quindi accorse le forze dell’ordine e un’autobotte dei Vigili del Fuoco. Ma i manifestanti hanno impedito l’ingresso nell’ex villaggio olimpico. La calma, tornata successivamente, è stata solo apparente: nel corso della mattinata l’ex villaggio olimpico è stato di nuovo bloccato, costringendo gli agenti di polizia a recarsi sul posto in tenuta anti-sommossa.

La sindaca di Torino, Chiara Appendino, ha condannato “in modo assoluto gli atti di violenza e intolleranza” manifestando “preoccupazione per gli atti avvenuti negli ultimi giorni nella zona delle palazzine Moi”.