La burocrazia strozza le gare. A Roma il verde pubblico è ko. Aziende al lavoro ma aspettano ancora i soldi. Il bando è in attesa di assegnazione da due anni

Nella cura del verde pubblico capitolino c’è un prima e un dopo Mafia Capitale

Nella cura del verde pubblico capitolino c’è un prima e un dopo Mafia Capitale. A segnarlo è stata la giunta Raggi che dal giorno della sentenza e dopo anni di mancate gare d’appalto per il settore, su cui si erano concentrati gli appetiti dell’organizzazione di stampo mafioso, ha finalmente dato il via ad una nuova fase improntata sulla trasparenza. E lo ha fatto con le migliori intenzioni, lanciando ad aprile 2017 ben due bandi, per complessivi nove lotti e altrettanti milioni di euro, che però si sono arenati per via della burocrazia. E non, come qualcuno potrebbe credere, per il mancato reperimento dei fondi che, invece, sono stati stanziati quasi due anni fa.

Una situazione paradossale che rischia di vanificare gli sforzi della giunta grillina, capace di dare una svolta al settore dopo anni di situazioni opache come dimostrato dalla Procura di Roma, per cause che sono in larga misura indipendenti dalla propria volontà. Perché il nodo della questione è che a distanza di quasi due anni dalle gare, una relativa al cosiddetto verde verticale ossia la potatura e messa in sicurezza degli alberi e l’altra definita orizzontale che riguarda la manutenzione dei giardini, poco o nulla si è effettivamente mosso.

Il bando del verde orizzontale, infatti, è fermo alla sola aggiudicazione delle cinque ditte vincitrici. Una procedura che sta andando al rilento tanto che non è stata ancora effettuata la conseguente contrattualizzazione, sembra per via di alcune problematiche con le polizze assicurative, che ne blocca i pagamenti. Ma vista la situazione delle aree green della capitale, cresciute a dismisura dopo anni di incuria, per tenere a bada la crescita incontrollata dei cespugli è stata effettuata la consegna d’urgenza dei lavori che in questo modo hanno preso il via. Infatti il 19 novembre sono scese sul campo diverse squadre, composte da oltre 70 dipendenti, mentre si attendeva da un giorno all’altro la chiamata da Palazzo Senatorio per la stipula del contratto. Ma dopo tre mesi, la situazione non è cambiata.

E ora le imprese aggiudicatrici sono sul piede di guerra perché hanno dovuto sostenere i costi, tanto dei dipendenti quanto di carburante e delle altre spese correlate. C’è di più perché la situazione secondo Assartigiani, al cui vertice c’è Fabio Lanzellotto, è drammatica anche perché la riserva di legge, in casi emergenziali come questi, prevede che vengano effettuati al massimo il 20% dei lavori mentre da novembre ad oggi la quota ha già superato il 50%. Eppure se la situazione della gara orizzontale è grave, lo è ben di più quella del bando per il verde verticale.

Perché i quattro lotti di quest’ultima, nonostante la gara sia stata effettuata sempre ad aprile 2017, non sono stati nemmeno assegnati per evidenti quanto incomprensibili problemi burocratici. Un ritardo che si ripercuote sull’intera città che da tempo, ormai quasi quotidianamente, è soggetta ad incidenti causati dal crollo di alberi e a blocchi stradali per rimuovere i rami caduti.