La comunicazione alla Trump funziona, Klaus Davi spiega: “Così il brand De Luca ci guadagna”

Sotto il profilo mediatico l’uscita di Vincenzo De Luca contro Rosy Bindi rischia di produrre non solo degli effetti negativi. L'intervista a Klaus Davi.

Un po’ Donald Trump e un po’ Matteo Salvini. Sotto il profilo mediatico l’uscita di Vincenzo De Luca contro Rosy Bindi rischia di produrre non solo degli effetti negativi. “Da un punto di vista quantitativo il suo brand esploderà”, dice a La Notizia il massmediologo Klaus Davi. Anche se “da quello qualitativo lo farà dentro a un contesto negativo”. Però si sa: “Gli italiani dopo pochi giorni dimenticano certe uscite”.

Ieri De Luca era sulla bocca di tutti. Siamo sicuri che mediaticamente le sue parole non abbiano funzionato?
Sul piano della notorietà, il governatore della Campania ha fatto sicuramente registrare un balzo in avanti molto forte. Ieri tutti i siti internet dei giornali, più i telegiornali e le radio aprivano dando conto delle sue affermazioni. Senza contare le migliaia di cinguettii e post su Twitter e Facebook.

Insomma, oggi chi la spara più grossa in un modo o nell’altro vince?
Non è del tutto vero ma è verosimile.

In che senso? Si spieghi.
De Luca capitalizzerà questa notorietà, però il passo successivo sarà quello di vedere in che modo la utilizzerà. Da un punto di vista quantitativo il suo “marchio” esploderà. Dall’altro, quello qualitativo, lo farà all’interno di un contesto negativo, visto che le sue frasi lo mettono in cattiva luce di fronte a molti settori dell’opinione pubblica: dagli abitanti della Regione che guida alle donne fino al mondo dell’Antimafia.

Eppure negli Usa Donald Trump, usando spesso toni aspri, ha vinto.
C’è un aspetto che accomuna italiani e americani, pur essendoci differenze evidenti fra i due paesi. E cioè che dopo pochi giorni in molti non si ricordano più cosa ha detto qualcuno, ma tutti si ricordano di quel qualcuno. Verrà quindi dimenticata l’esternazione ma non la faccia del suo autore.

De Luca si è travestito anche un po’ da Salvini. C’è stata l’intenzione di raccogliere quella fetta di elettorato leghista?
Sicuramente è stato anche un po’ “salviniano”, però attenzione: il segretario del Carroccio punta su altre tematiche, prima fra tutte l’immigrazione. L’iconoclastia dev’essere “funzionale” a uno scopo elettorale, qui qual è? L’odio per la Bindi? Non c’è il target ma solo la voglia di fare show.

Però da tempo una fetta di opinione pubblica ce l’ha con i cosiddetti “professionisti dell’Antimafia”.
È vero, ma la Bindi rappresenta l’Antimafia parlamentare ed è una che da un punto di vista politico non si è mai tirata indietro. Non è lei il problema.

Ma quindi De Luca da questa gaffe potrà capitalizzare?
Dipenderà dal modo in cui lui, da ora in poi, amministrerà questa uscita. Le sue parole, diciamolo senza girarci intorno, sono assolutamente da condannare. Ma se fra tre o quattro giorni le userà per veicolare un contenuto positivo, sempre da un punto di vista quantitativo, allora probabilmente potrà capitalizzare.

L’ex sindaco di Salerno è sostenitore del Sì alla riforma costituzionale. Può far perdere voti a Renzi?
È presto per dirlo, ma credo che gli italiani valutino se e come votare tenendo in considerazione altre circostanze. Alla fine questo episodio potrebbe non influire minimamente.