La consulente vaticana senza titoli ora rischia grosso

di Francesco Gentile

Adesso rischia grosso. Francesca Chaouqui, 30 anni, la consulente che il 19 luglio scorso è stata nominata nella Commissione istituita per fare ordine nelle finanze vaticane, è diventata un autentico caso. Anche al Papa, a quanto pare, sarebbero stati sottoposti alcuni “tweet” pubblicati a ruota libera dalla Chaouqui prima di diventare consulente. Per esempio quello in cui si sosteneva che Giulio Tremonti, ex ministro dell’economia, sarebbe gay. O quello in cui si accusava il segretario di stato, cardinale Tarcisio Bertone, di essere corrotto. Un pregresso sui social network, quindi, non proprio “neutro”. E di sicuro non adeguato al ruolo per il quale la consulente, esperta di pubbliche relazioni, è stata chiamata dai vertici del Vaticano.
A questo si aggiunga proprio il profilo professionale della Chaouqui, a detta di molti scarsamente “titolato”. Critica, quest’ultima, emersa soprattutto quando La Notizia del 23 luglio scorso ha rivelato che nonostante aver lavorato in numerosi studi legali (Pavia e Ansaldo, Crisci e Associati, Orrick, Herrington & Sutcliffe), la consulente non è mai diventata avvocato. Risulta iscritta dal 2009 nel registro dei praticanti, senza però aver mai fatto il salto di qualità. Circostanza che peraltro la stessa Chaouqui aveva confermato telefonicamente a La Notizia.
Nei giorni scorsi, ad ogni modo, la consulente del Papa si è definitivamente sganciata da twitter. Segno inequivocabile di una situazione che si stava facendo sin troppo pesante. La Chaouqui, in ogni caso, si è difesa dicendo che il suo profilo sul social network era gestito anche da altre persone. Ma l’osservazione, evidentemente, non è stata in grado di far rientrare una polemica nel frattempo già scoppiata. Addirittura si è diffusa la voce circa possibili azioni legali nei confronti della consulente, che tra l’altro vanta un recente passato in Ernst & Young. Di sicuro in Vaticano il caso nato intorno alla Chaouqui sta creando più di qualche imbarazzo. Soprattutto in un momento in cui Papa Francesco sta cercando di condurre in porto una complicata operazione-trasparenza sulle finanze vaticane.