La corruzione sfreccia dalla Tav Genova-Milano fino alla Salerno-Reggio Calabria. Per le Grandi Opere 21 arrestati: anche i figli di Monorchio e Lunardi

La corruzione sfreccia dalla Tav Genova-Milano fino alla Salerno-Reggio Calabria. Più di 20 gli arresti per le Grandi Opere

Ci risiamo. Di nuovo grandi opere e mazzette, estorsioni e appalti truccati. Un film visto tante volte in Italia e che si ripete ormai tutti i giorni. Stavolta la rete della corruzione sfreccia da nord a  sud e parte dall’alta velocità passando per le autostrade. Con un’operazione congiunta Carabinieri e Guardia di Finanza hanno portato alla luce una storia fatta di accuse che variano dalla tentata estorsione fino all’associazione per delinquere.

L’INCHIESTA – L’indagine, denominata “Amalgama”, ha fatto scattare arresti nel Lazio, Lombardia, Piemonte, Liguria, Toscana, Abruzzo, Umbria e Calabria. Trenta persone sono finite in manette in regime di custodia cautelare, tra questi piccano quattro nomi illustri: uno è l’imprenditore Giandomenico Monorchio (figlio dell’ex ragioniere generale dello Stato Andrea Monorchio), poi Michele Longo Ettore Pagani, presidente e vicepresidente di Cociv, la concessionaria impegnata sul Terzo valico ferroviario tra Genova e Milano e il general manager domestic operation di Salini-Impregilo, indagato invece Giuseppe Lunardi, pure lui imprenditore, nonché figlio dell’ex potente ministro Pdl ai Trasporti e alle Infrastrutture del governo Berlusconi, Pietro Lunardi.

IL QUADRO – Le grandi opere finite nel mirino dei carabinieri di Roma e della Guardia di Finanza di Genova  sono la linea ferroviaria dell’Alta Velocità Milano-Genova, una parte dell’autostrada A3 Salerno-Reggio Calabria e la People Mover di Pisa, cioè l’impianto a fune per mettere in collegamento l’aeroporto Galileo Galilei con la stazione centrale della città. Tutto era centrato su uno scambio di favori tra dirigenti e imprenditori. Falsi certificati sui lavori in cambio di subappalti. Il ruolo chiave era quello del direttore, l’ingegner Giampiero De Michelis, considerato il promotore e l’organizzatore della banda insieme all’imprenditore calabrese Domenico Gallo. Era proprio lui che, incaricato della direzione dei lavori dal contraente generale, svolgeva compiacenti controlli di qualità e rilasciava certificati dove si affermava il falso, ottenendo come contropartita commesse per beni e servizi fatturati a ditte riferibili a parenti o amici. In merito agli appalti sulla Tav Milano-Genova ed A3 il gip di Roma, Gaspare Sturzo, ha parlato di “una gravissima violazione delle regole della libera concorrenza includendo nelle attività solo le imprese disponibili ad elargire commesse e favori”. Oltre a Roma si è mossa la Procura di Genova che, attraverso intercettazioni ha scoperto persino che alcuni funzionari erano pagati con le escort.