La critica cinematografica perde il suo decano. È morto Gian Luigi Rondi, aveva 95 anni

È andato via in punta di piedi. Il decano dei critici cinematografici italiani Gian Luigi Rondi ci ha lasciato senza far troppo rumore.

È andato via in punta di piedi. Il decano dei critici cinematografici italiani Gian Luigi Rondi ci ha lasciato senza far troppo rumore. Con lo stesso stile riservato che ha contraddistinto la sua vita. Avrebbe compiuto 95 anni il prossimo 10 dicembre. Un compleanno che avrebbe festeggiato con l’uscita in libreria delle sue “Lettere” dedicate ai maestri stranieri. La prima puntata relativa ai registi del cinema italiano, era apparsa lo scorso anno. Facendo emergere un quadro interessante delle pieghe private, pentimenti, convinzioni e amori di critico cinematografico. Un uomo sempre rispettato seppur molto temuto.

LA CARRIERA
Rondi cominciò la sua carriera da critico scrivendo sulle colonne del quotidiano romano Il Tempo. Al giornale di piazza Colonna è rimasto fedele per tutta la vita. Gli anni dell’esordio erano quelli del secondo dopoguerra. Una carriera in continua ascesa che lo ha visto diventare anche direttore e presidente del Festival di Venezia e poi del Festival di Roma. Era Cavaliere di Gran Croce e Grande Ufficiale della Repubblica Italiana e Legion d’Onore di Francia. Sempre al passo con i tempi l’avvento della televisione trasporta Rondi anche sul piccolo schermo. Senza tralasciare l’amore per la carta stampata. Scrivendo anche per giornali stranieri quali Le Figaro e Le film Francais. Partecipa a diverse giurie internazionali tra cui Berlino (1961), Cannes (1963), Rio de Janeiro (1965), San Sebastian (1968). Sono gli anni in cui la carriera impone un impegno dopo l’altro così arriva a dirigere, dal 1966 al 1990, gli Incontri Internazionali del Cinema di Sorrento, che dal 1966 in poi saranno monografici. Infaticabile nel 1970 dà vita al Festival delle Nazioni di Taormina del quale è anche direttore artistico. Nel 1971 approda alla Biennale di Venezia come Commissario. E subito viene chiesto il suo licenziamento per aver messo nella selezione I diavoli alla mostra di Venezia.

Tornerà a Venezia una decina di anni dopo, correva l’anno 1983, come Direttore della Mostra di Venezia. Immancabile il ritorno seguito dalle polemiche. Rondi finisce nel mirino per aver escluso dalla selezione Velluto blu di David Lynch con Isabella Rossellini. Il cririco è stato da sempre un interprete degli orientamenti cattolici; le sue posizioni lo hanno portato tante volte in rotta di collisione con il pensiero della Sinistra italiana. Pasolini gli indirizzò una durissima invettiva, rimasta memorabile per gli appassionati del genere.Tra gli incarichi più attuali quello da commissario straordinario della Siae, nominato dal governo Berlusconi il 3 marzo 2011. Ma Rondi è rimasto attivo fino agli ultimi giorni. Se n’è andato nella notte tra mercoledì e giovedì. Sabato i funerali. C’è chi giura di averlo visto anche nelle scorse settimane, sempre attivo com’è stato per tutto il lungo percorso del suo cammino. E con la sua inconfondibile sciarpa bianca felliniana.