La Dc può tornare al Colle. Ecco perché Mattarella spera. L’ex ministro accontenterebbe cattolici e frondisti Dem. Il nome in linea con il Patto del Nazareno. Ok pure da Letta

No, state tranquilli. Non sono la Bibbia. Però sono indicatori da seguire. Perché qualche volta i bookmakers internazionali c’azzeccano pure. E i tabelloni degli scommettitori dicono Walter Veltroni quale nuovo presidente della Repubblica. L’ex segretario del Pd prende quota sulle lavagne internazionali, dove sono aperte le scommesse sul prossimo capo di Stato italiano e, secondo la sigla irlandese Paddy Power, adesso Veltroni – passato da 11,00 a quota 9,00 – è il favorito insieme a Romano Prodi. Il terzetto dei papabili è completato da Stefano Rodotà (a 10 contro 1), mentre a 11,00 si piazzano Sergio Mattarella e Paolo Gentiloni. Bookmaker divisi, invece, sulle possibilità di una Presidente donna. Per i quotisti irlandesi la più accreditata è la presidente della Camera Laura Boldrini, data a 15,00 e in vantaggio su Anna Finocchiaro, a 20,00. Insomma, se volete investire qualche euro sapete su cui puntare.

LA FIGURA PERFETTA
Ma se preferite seguire le vicende politiche in senso stretto occorre aver ben presente chi è Sergio Mattarella perché il suo profilo è, di fatto l’identikit del prossimo Capo dello Stato. Ex giudice della Corte Costituzionale, ministro ai tempi della Dc e anche dell’Ulivo, Mattarella è considerato tra i papabili per il Quirinale. È una personalità che – secondo gli uomini di Renzi – Berlusconi farebbe difficoltà a non accettare, visto che il suo nome richiama all’estremo sacrificio nella lotta alla mafia. Non è dato sapere se si tratti di una mossa diversiva o se l’indicazione sia stata formalizzata al Cavaliere, che di Mattarella rammenta le dimissioni dall’ultimo governo Andreotti – insieme ad altri quattro ministri della sinistra Dc – in polemica per il decreto con cui vennero riaccese le tv del Biscione.

L’ASSO NELLA MANICA
Una cosa è certa: la corsa per il Colle è troppo lunga per essere già terminata. Anzi, nemmeno è iniziata che si intravvedono i bagliori dello scontro. È bastato che il ministro Boschi prospettasse un metodo, in base al quale il Pd proporrebbe “un nome” agli altri partiti, per far saltare i nervi anche al Nuovo Centrodestra. Parafrasando un famoso slogan della campagna elettorale del ‘48, Fabrizio Cicchitto ha già pensato bene di avvisare l’alleato: “Nel segreto dell’urna Dio ti vede, Renzi no”. Eppure proprio a lui, Mattarella, si deve la famosa legge elettorale maggioritaria chiamata appunto col suo nome (“mattarellum”) che in tanti rimpiangono. Più, forse, per ribrezzo del “porcellum” che per altro.

LETTA APPROVA
Non solo. Quella di Mattarella è stata una carriera tutta interna a quella sinistra democristiana che dopo Mani Pulite si ricollocò nell’alveo degli ex Pci che provavano la svolta socialdemocratica. Anche per questo Mattarella sarebbe il nome indicato nei giorni scorsi da Matteo Renzi per districare la matassa della nomina del Presidente della Repubblica; d’altronde questo nome rappresenta anche quella tradizione del cattolicesimo di sinistra alla quale appartiene Renzi stesso. Il premier l’avrebbe suggerito a Gianni Letta, plenipotenziario per conto del Cavaliere del Patto del Nazareno e delle trattative per il Quirinale. Letta sarebbe d’accordo dal momento che i lunghi rapporti con Mattarella gli garantirebbero di mantenere un ruolo centrale di mediazione con il nuovo inquilino del Quirinale. Berlusconi sta valutando l’opzione. Chissà se il padre del Mattarellum sarà il coniglio estratto dal cilindro. O se il gioco del Quirinale porterà al Colle un uomo dal profilo simile. Ma non Sergio Mattarella. Cose che capitano nella lunga storia delle elezioni per il Capo dello Stato.