Assalto al Made in Italy

di Marco Castoro

Filippo La Mantia, professione chef di fama internazionale. Ora anche uno dei due Chef del programma di La5 di Mediaset. Da dieci anni si batte affinché ci sia più controllo del marchio italiano nel mondo. “Nel 2003 stavo in Argentina – ricorda La Mantia – e in un supermercato c’era un intero scomparto denominato Italian Food. C’era esposto di tutto, eppure di italiano non c’era nulla. Per carità io non ho nulla contro chi fa le mozzarelle o i pelati a Buenos Ayres, ma almeno non usi il marchio italiano”.
Ma basta leggere le etichette per capire che non si tratta di cibi italiani…
“Sì, però le etichette non le legge nessuno! Prendono il prodotto e lo mettono nel carrello come se fosse un gesto automatico. A limite danno un’occhiata ai prezzi, ma manco tanto visto che alla fine comprano le carote a strisce o l’insalata tagliata: prodotti che costano un 40% in più rispetto alla carota o alla lattuga spoche di terra che stanno al banco”.
Eppure le etichette sono trasparenti. Perfino sulle bottiglie dell’olio extravergine c’è scritta la provenienza delle olive. Se sono italiane o europee.
“Sull’extravergine il consumatore commette l’errore più grave: come si fa a comprare una bottiglia a 2 euro e 50? La produzione dell’olio costa e non te la regala nessuno”.
Quale potrebbe essere il rimedio più importante per evitare certi scippi del marchio italiano?
“Intensificare i controlli. Magari con una commissione composta da chef (rinnovabile ogni due anni perché noi chef non sappiamo a chi dare i resti e di lavoro ne abbiamo fin troppo). Lancio una proposta al ministro De Girolamo che, nonostante sia stata criticata, ha fatto bene a metterci la faccia durante le proteste al Brennero. Caro ministro istituisci un organo di controllo, una commissione composta da cuochi che segua tutta la filiera: dal contadino che raccoglie la patata, a chi la lava; dalla società che la distribuisce fino al fruttivendolo che la vende. La contraffazione avviene perché non c’è più il controllo diretto sul prodotto. E imbroglioni e speculatori se ne approfittano ai danni del consumatore e dell’Italia”.