La pazza idea dei renziani, rinvio del referendum per l’emergenza terremoto

Mantenere la pax politica, allontanando la data del referendum. Perché la consultazione sarà divisiva, impattando sulla ricostruzione post terremoto.

Mantenere la pax politica, allontanando la data del referendum sulle riforme. Perché la consultazione finirà per essere divisiva, alimentando nuove polemiche. È la “pazza idea”, che circola in ambienti vicini a Matteo Renzi, che puntano a un clima di unità nazionale di fronte all’emergenza che ha colpito il Paese. In un contesto di scontro sarebbe infatti difficile realizzare con pacatezza la fase della ricostruzione

OPERAZIONE COMPLICATA
Certo, l’operazione sarebbe alquanto ardita, ma avrebbe una motivazione. Il terremoto del 24 agosto ha stravolto pure l’agenda politica italiana: lo stesso presidente del Consiglio è consapevole che sulla rinascita di Amatrice e dintorni si gioca la reputazione. Molto più che sul referendum, su cui si attende ancora la decisione del Governo sulla data. Così nella sua ultima e-news Renzi ha parlato del progetto Casa Italia, per lavorare alla messa in sicurezza del territorio di fronte alle calamità naturali. “È un progetto di lungo respiro, che richiederà anni, forse un paio di generazioni, come ieri mi diceva con lucidità e visione un grande italiano quale Renzo Piano. Ma il fatto che sia un progetto a lungo termine, non è un buon motivo per non iniziare subito”, ha evidenziato il presidente del Consiglio.

OPPOSIZIONE IN GUARDIA
L’ipotesi di slittamento del referendum non è nemmeno presa in considerazione dalle opposizioni. La “collaborazione” promessa da Forza Italia sulla ricostruzione è un approccio ben distinto dalla contrarietà alle riforme. A dettare la linea c’è l’ex ministra, Mara Carfagna: “Abbiamo dimostrato in passato e continueremo a farlo oggi ed in futuro che quando in gioco c’è il bene dell’Italia e degli italiani sappiamo essere responsabili e pronti a lavorare di comune accordo”. “Questo – ha aggiunto la deputata azzurra – non significa che su altri temi, partendo dal referendum costituzionale, la nostra opposizione al governo Renzi sarà più docile e meno incisiva”. E il capogruppo della Lega alla Camera, Massimiliano Fedriga, ha rilanciato: “Tra poco più di un mese la sfiducia arriverà per Renzi e il suo malgoverno”.