La Protezione Civile ha chiesto a Bruxelles di attivare il Fondo di solidarietà dell’Ue per fare fronte ai danni causati dall’ultima ondata di maltempo. La stima supera i 6 miliardi di euro

La Protezione Civile ha trasmesso a Bruxelles la stima dei danni causati dal maltempo tra ottobre e novembre

Il Dipartimento della Protezione Civile ha trasmesso a Bruxelles il fascicolo relativo alla stima dei danni e dei costi causati dagli eccezionali eventi meteorologici che hanno interessato gran parte del territorio italiano dal 1° ottobre e fino al 5 novembre scorso, “al fine di attivare il Fondo di Solidarietà dell’Unione Europea (FSUE), destinato a sostenere gli Stati membri dell’Ue colpiti da catastrofi naturali”.

Già nei giorni immediatamente successivi all’eccezionale ondata di maltempo l’Italia aveva manifestato l’intenzione di chiedere all’Unione Europea un contributo per le spese sostenute per far fronte all’emergenza. L’impatto economico determinato dall’ondata di maltempo che colpì duramente diverse regioni ammonta complessivamente a oltre 6,2 miliardi di euro: di questi, 4,5 miliardi sono i danni diretti (di cui 3,1 relativi a danni a edifici e infrastrutture pubbliche e oltre 1,3 miliardi riferiti a danni a edifici privati e attività produttive), mentre ammontano a 1,7 miliardi i costi relativi alle spese di prima emergenza.

La stima, spiega una nota del Dipartimento della Protezione civile, comprende danni diretti, sia pubblici sia privati – vale a dire quelli che hanno provocato la distruzione di edifici, di infrastrutture, di raccolti e anche quelli che hanno colpito industrie e imprese, il patrimonio culturale, le reti di distribuzione dell’energia, del gas, dell’acqua – e i costi eleggibili, sostenuti dallo Stato per far fronte all’emergenza.

Questi ultimi in particolare comprendono i costi per il ripristino immediato delle funzionalità delle infrastrutture e degli impianti nei settori dell’energia, dell’acqua, delle acque reflue, delle telecomunicazioni, dei trasporti, della sanità, dell’istruzione; per i servizi d’emergenza legati al soccorso della popolazione colpita e ad assicurare gli alloggi provvisori; per la messa in sicurezza delle infrastrutture di prevenzione e per la protezione del patrimonio culturale; per l’immediata ripulitura delle zone danneggiate.

Il dossier, trasmesso a Bruxelles tramite la Rappresentanza permanente d’Italia entro il termine delle 12 settimane dal verificarsi del primo danno relativo alla calamità, rappresenta la sintesi su scala nazionale dei dati e delle informazioni riportati da tutte le Regioni che risultano aver riportato danni: Abruzzo, Calabria, Campania, Emilia-Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Lombardia, Sardegna, Sicilia, Toscana, Valle d’Aosta e Province Autonome di Trento e Bolzano.