La rabbia dei migranti: “Giustizia per Soumayla”. Sit-in e proteste in Calabria e a Napoli. Accuse a Salvini

Non si placa la rabbia dopo la morte del migrante maliano di 29 anni ucciso da una fucilata a San Ferdinando

Non si placa la rabbia dopo la morte del migrante maliano di 29 anni ucciso da una fucilata mentre con due connazionali tentava di portar via delle lamiere da una fabbrica dismessa. Oggi i migranti hanno marciato nel comune di San Ferdinando, in provincia di Reggio Calabria, per uno sciopero che ha registrato un’adesione pressochè totale.  E’, infatti, andato deserto, il tradizionale giro dei caporali nelle campagne calabresi.

“Siamo qui per lavorare. Ma ci ammazzano come animali, ci picchiano, ci maltrattano solo perché siamo africani”, gridano alcuni dei migranti dall’interno del corteo di San Ferdinando. I migranti hanno mostrato ai giornalisti presenti le condizioni delle tendopoli anche se la polizia ha provato a tenere lontane le telecamere per questioni di sicurezza. Una delegazione ha poi incontrato il sindaco di San Ferdinando Andrea Tripodi e il questore vicario di Reggio Calabria, Gaetano Gravana, ai quali hanno chiesto “un incontro con il ministro del lavoro, con il Prefetto, i sindaci del territorio, la Regione per avviare insieme un progetto di accoglienza che superi le tendopoli e favorisca gli insediamenti abitativi”. L’incontro si è svolto nella sala consiliare del Comune di San Ferdinando. I rappresentanti delle istituzioni hanno assicurato la massima trasparenza sulle indagini in corso finalizzate all’individuazione di colui che ha ucciso il migrante maliano. “Capiamo il vostro dolore – hanno detto Tripodi e Caravagna alla delegazione di migranti – e vi assicuriamo che le indagini saranno trasparenti qualunque sia la motivazione per la quale l’autore dell’omicidio abbia sparato. Ma non è con altra violenza che risolviamo i problemi. Veicoleremo le vostre richieste al Prefetto di Reggio Calabria e vi assicuriamo che tutte le decisioni sulla tendopoli verranno condivise”. Nel mirino del corteo è finito anche il ministro dell’Interno Matteo Salvini a cui i migranti hanno additato le colpe urlando: “Salvini razzista, la colpa di tutto questo è tua. Se Soumayla è morto è perché c’è chi pensa e dice che siamo solo animali, ma senza il nostro lavoro la Piana è ferma, nei campi non lavora nessuno”. 

Decine di cartelli per mostrare solidarietà al bracciante maliano Soumalia Sacko  sono stati esposti anche a Napoli, nel corso di un sit-in di solidarieta’ organizzato da Potere al Popolo. “Quale pacchia se raccolgo pomodori per 1,50 euro l’ora?”, recitavano i cartelli in risposta alla frase di Matteo Salvini che, appena insediato il nuovo Governo aveva detto: “per i migranti è finita la pacchia”.  In presidio c’è anche un gruppo di un centinaio di stranieri che hanno urlato “Basta razzismo” percorrendo le strade del centro di Napoli e gridando “Siamo tutti Soumalia” per mostrare la propria solidarietà nei confronti del sindacalista maliano dell’Usb. “Fermare il terrore contro gli immigrati. Verità e giustizia per Soumalia”, recita uno striscione verde firmato dall’Unione Sindacale di Base che ha accolto l’arrivo in via Toledo di circa 500 manifestanti.