La riscossa dei dirigenti. In prima linea contro la crisi. Cuzzilla nuovo presidente di Federmanager. La ripresa? Tornando a valorizzare il merito

Troppi anni di crisi e troppo terreno perduto. Ma far ripartire l’Italia è ancora possibile e la classe manageriale vuole essere ora più che mai la spina dorsale del Paese. È il neo presidente nazionale di Federmanager, Stefano Cuzzilla, eletto sabato scorso, a guidare la carica. La recessione ha colpito duro i dirigenti e fatto diminuire proprio una delle figure che più di tutte possono spingere la crescita. Un trend che per Cuzzilla è ora di cambiare. In primo luogo impiegando ogni energia per posizionare Federmanager al centro del sistema delle relazioni industriali, del dibattito istituzionale, politico, della società. Se l’azione dei dirigenti d’impresa offre un contributo sociale, culturale ed economico che è sempre stato messo al servizio del Paese, oggi – ha spiega Cuzzilla – questo ruolo merita di acquisire la giusta visibilità. “Puntiamo, con impegno e responsabilità, a fare bene e a vederlo riconosciuto”, è il programma del presidente di Federmanager.

PAROLA CHIAVE: INNOVARE
Con la crisi molti dirigenti però sono usciti dal circuito produttivo. “Non c’è dubbio che oggi si nominano meno dirigenti di quanto non avvenisse dieci anni fa – ammette Cuzzilla – ma proprio per questo è nostro compito far comprendere che da una valorizzazione del nostro ruolo passano le possibilità di ripresa del sistema economico e industriale”. Cuzzilla, illustrando il programma triennale dal titolo “Un patto per Federmanager: punti programmatici per innovare il sistema”, ha sottolineato alcuni obiettivi prioritari: costruire un’immagine del manager coerente sia all’interno delle imprese sia nei confronti dell’opinione pubblica; estendere la rappresentanza aprendo anche alle figure apicali; rilanciare gli strumenti di welfare, che sono già un modello preso a riferimento, incentivando il loro sviluppo con misure legislative e fiscali; interpretare in modo evolutivo la contrattazione collettiva, adottando schemi nuovi e costruendo un network di relazioni forti.

VISIONE GLOBALE
“Credo che mai quanto in questo momento sulla figura del manager si stia facendo una gran confusione. Dobbiamo reagire alle banalizzazioni e alla retorica antagonista che ci contrappone ingiustamente ad altre categorie. Ricordiamo invece i nostri valori che sono quelli della solidarietà, del merito, della trasparenza, della responsabilità. Chi guarda a un manager deve identificarlo in questi valori”. Un richiamo poi al dialogo tra generazioni. Secondo il presidente di Federmanager, “urge un cambiamento di prospettiva. Dobbiamo porci come un hub strategico per tutte le eccellenze manageriali ovunque operino, che si trovino in Italia, in Europa o altrove. Anche i nostri servizi, già di alto livello, dovranno essere innovati perché sono il naturale vettore di sviluppo associativo. Puntiamo sui giovani e anticipiamo qualsiasi rischio di frattura tra junior e senior che possa minacciare la nostra coesione”.