Potrebbe arrivare dal trapianto di staminali la soluzione contro la sclerosi multipla. Il risultato di un trial internazionale, condotto da un’equipe di ricercatori presso gli ospedali di Chicago, Sheffield, Uppsala e Sao Paulo, mostra infatti che l’intervento è in grado di bloccare la malattia e alleviarne i sintomi. Finora nessuna cura aveva dato risultati così positivi. Le staminali ematopoietiche sono le cellule progenitrici che danno origine a tutte le cellule del sangue, ecco perché hanno più potenzialità. Nello studio, i cui dati sono stati rivelati nel corso del meeting annuale dell’European Society for Bone and Marrow Transplantation che si è tenuto a Lisbona, il sistema immunitario dei pazienti è stato ripulito con la chemio e poi si è proceduto al trapianto di staminali ematopoietiche prelevate dagli stessi malati.
Le differenze – La terapia sperimentata nel nuovo studio si divide in due fasi: per prima cosa, il team di ricercatori si è servito della chemioterapia per distruggere il sistema immunitario anomalo di circa 100 pazienti affetti da sclerosi multipla recidivante remittente, una forma caratterizzata da episodi acuti di malattia alternati a remissioni. Successivamente i pazienti sono stati suddivisi in due gruppi: una metà è stata sottoposta alle normali terapie farmacologiche, mentre l’altra al trapianto di cellule staminali ematopoietiche. Dopo un anno dall’intervento, i ricercatori hanno osservato che nel gruppo sottoposto al trapianto di staminali c’era stata solamente una ricaduta, rispetto alle 39 del gruppo sottoposto ai farmaci. Dopo un follow-up di 3 anni, i ricercatori hanno osservato che il trapianto era fallito in 3 pazienti su 52 (il 6per cento), contro 30 su 50 (il 60 per cento) del gruppo trattato con la terapia farmacologica.
Limiti e aggressività – “I nostri risultati sono incredibilmente a favore del trapianto e contro i migliori farmaci disponibili oggi, ha spiegato l’autore dello studio, Richard Burt della Northwestern University di Chicago, la comunità di esperti è stata scettica su questo trattamento, ma questi risultati cambieranno le cose”. Tuttavia, precisano i ricercatori, il trapianto, nonostante sia il miglior risultato di sempre su questa patologia, non è adatto a tutti i pazienti con sclerosi multipla, in quanto il processo potrebbe essere estenuante, con la chemioterapia e alcune settimane in isolamento in ospedale. Quindi una terapia tanto aggressiva ha un senso se fatta al momento giusto e la scelta va misurata con attenzione. Sicuramente è un trattamento difficile da sopportare, quindi il paziente non può essere troppo debilitato.
Terapie standard – Questo terapia, molto forte, che ha un tasso di mortalità del due per cento è indicato perciò per quei pazienti che hanno una forma particolarmente aggressiva di sclerosi multipla e non rispondono alle normali terapie farmacologiche. E che quindi non hanno alternativa. La sclerosi multipla è una patologia autoimmune, caratterizzata cioè da un difetto del sistema immunitario che attacca e distrugge progressivamente le fibre nervose. Le terapie standard consistono quindi in immunosoppressori per tenere a bada il sistema immunitario impazzito del paziente. Ma non tutti rispondono all’immunosoppressione, proprio come nel caso dei 24 pazienti della sperimentazione, tutti con progosi senza speranza.