“Le famiglie gay non esistono, più nascite e meno aborti”: un caso le frasi del ministro Fontana. Ira del Pd, la comunità Lgbt: “Parole pericolose”. E Salvini lo smentisce

Smentisce di aver mai pronunciato frasi contro i gay, ma chiarisce: sono “contro un modello culturale relativista. Un modello della globalizzazione fatto dai poteri finanziari che disegna un mondo dove non esistono le comunità, e quindi la famiglia che è la prima e più importante comunità della nostra società”. Nemmeno il tempo di giurare e insediarsi alla guida del dicastero di Famiglia e Disabilità, che sul ministro leghista Lorenzo Fontana scoppia la polemica. Intervistato dal Corriere della Sera, alla domanda su come pensa di comportarsi nei confronti delle famiglie arcobaleno, Fontana risponde: “Perché esistono le famiglie arcobaleno? Per la legge non esistono in questo momento”. Dopo il polverone scatenatosi sulle sue parole, è costretto a intervenire il neo vice premier e neo ministro degli Interni, Matteo Salvini. “Fontana è libero di avere le sue idee” ma “non sono priorità e non sono nel contratto di Governo”, dice il leader della Lega in un’intervista a Fanpage.it.

“Ho tanti amici omosessuali, del resto ho vissuto a Bruxelles tanti anni dove ci sono anche nelle istituzioni. E poi la questione non è nel contratto di governo, non me ne occuperò”, prosegue Fontana. Il primo punto all’ordine del giorno del dicastero, sarà “la natalità. Voglio lavorare per invertire la curva della crescita che nel nostro Paese sta diventando davvero un problema. Lo ha detto anche Cottarelli”. Dove? “Lo ha scritto nel suo libro che questa demografia in Italia fa calare il Pil – risponde l’esponente del Carroccio –. Bisogna intervenire”. E ancora: “Ci sono in agenda tanti provvedimenti, prima però bisogna verificare le coperture – sottolinea –. L’idea è di abbassare l’Iva per tutti i prodotti che riguardano l’infanzia. Ma metterò in atto anche delle politiche per cercare di ridurre il numero degli aborti. Hanno detto anche che io avrei dichiarato che le donne non possono abortire”. Invece, “non l’ho mai detto”.

“Voglio intervenire – aggiunge sempre Fontana – per potenziare i consultori così da cercare di dissuadere le donne ad abortire. Sono cattolico, non lo nascondo. Ed è per questo che credo e dico anche che la famiglia sia quella naturale, dove un bambino deve avere una mamma e un papà”. Interpellato poi relativamente al fatto che in Italia ci sono tante famiglie diverse e che diversi tribunali hanno riconosciuto genitori omosessuali, il ministro risponde: “Alcuni tribunali hanno riconosciuto, altri no”. Ma anche le anagrafi adesso registrano i bambini figli di genitori dello stesso sesso. A Roma addirittura hanno registrato la bimba di due padri senza nemmeno aspettare l’intimazione del tribunale. “Sì, ma una legge in proposito non esiste. Se non esiste una legge dobbiamo decodificare cosa significa quello che sta succedendo”.

Infine, “verso i bambini non ci sarà mai nessun tipo di discriminazione. Quando verranno presi provvedimenti in favore dell’infanzia saranno estesi a tutti i bambini, indistintamente e indipendentemente dai genitori”. Ma, appunto, “per la legge le famiglie arcobaleno non esistono in questo momento”.

“Non permetteremo un nuovo Medioevo sulla pelle delle donne. Cominciamo male, ma molto male #noncisiamo”, la replica su Twitter della deputata del Pd, Alessia Morani. A cui fa eco il presidente dem, Matteo Orfini, sempre in un tweet: “Le famiglie arcobaleno esistono. E sono bellissime”. Va all’attacco di Fontana anche il sindaco di Milano, Giuseppe Sala. “Sono in totale disaccordo. Nel rispetto delle leggi continueremo la nostra battaglia. La contemporaneità è questa, ignorare una parte consistente della società è profondamente sbagliato. Se il Ministro la vede così, e non è da oggi, vediamo come intenderà svolgere le sue funzioni – afferma Sala –. Tutto quello che noi potremo fare al contrario sulla via dei diritti, lo faremo”.

Ancora più dura Monica Cirinnà. “Trovo gravissimo che un ministro della Repubblica neghi la realtà, anche se ne capisco la funzione reazionaria e oscurantista – dice la senatrice del Pd madrina delle unioni civili -. Negare l’esistenza di chi chiede diritti e riconoscimento equivale a voler oscurare dei cittadini, sileziarli, relegarli fuori dal dibattito politico e sociale. La legge 76/2016 ha finalmente, dopo 30 anni di attesa, riconosciuto diginità e uguaglianza alle coppie gay definendole come famiglia, riconoscendo giuridicamente la loro vita familiare non escludendo la presenza di figli. La pluralità dei modelli familiari non è solo riconosciuta dalla legge 76 ma anche da consolidate giurisprudenze europee e della Corte di Cassazione. Il ministro ha giurato sulla Costituzione e non può disconoscerla nei suoi articoli 2 e 3 e deve assumersi la responsabilità di essere il ministro di tutti e non solo della sua parte politica”, conclude.

Anche per l’associazione Famiglie Arcobaleno, quelle del neo ministro sono “parole pericolose” che “possono scatenare campagne omofobe contro i nostri figli”. Mentre l’Arcigay chiede a Conte di assegnare la delega sulle Pari opportunità, investendo “sulle politiche dell’uguaglianza” e risolvendo “le diseguaglianze e le discriminazioni da cui il nostro Paese non è mai riuscito ad affrancarsi”.