Le fritture di pesce costano caro a De Luca. Il Governatore indagato per istigazione al voto di scambio

Le fritture di pesce costano caro a De Luca. Il Governatore indagato per istigazione al voto di scambio, dopo le frasi shock per il Sì al referendum.

Chissà se ora Vincenzo De Luca proverà a offrire la frittura di pesce alla Procura di Napoli. Secondo quanto riferisce oggi Il Mattino, l’invito a votare Sì al referendum costituazionale di De Luca, svelato dal Fatto Quotidiano, è adesso oggetto di una indagine a modello 44 ovvero in cui si ipotizza un reato: istigazione al voto di scambio.

Le frasi dal governatore della Campania, Vincenzo de Luca, nel corso di un incontro con circa 300 amministratori locali ai quali chiedeva di darsi da fare per perché il premier Matteo Renzi “manda fiumi di soldi” sono ora al vaglio dei pubblici ministeri. “Battute goliardiche” le definì il governatore. Il pm Stefania Buda ha cominciato a convocare testimoni. Ieri è stato il turno del portavoce ufficiale del governatore della Campania, il giornalista Paolo Russo che è stato ascoltato come persona informata dei fatti. Poi saranno ascoltati anche altri responsabili della campagna elettorale.

Al vaglio degli inquirenti ci sarebbe anche un altro aspetto: il ruolo di commissario in pectore alla sanità campana con cui De Luca si presentò alla platea; il riferimento ai laboratori (“ci sono 400 laboratori, sono tanti voti”) come agli studi professionali sarebbe stato fatto non a caso. Nel corso dell’incontro con gli amministratori locali che si svolse nell’hotel Ramada di Napoli, l’esponente Pd incoraggiò i sindaci ad inviare fax nei quali indicare i voti conquistati e invitò anche ad offrire fritture di pesce piuttosto che gite in barca pur di convincere gli elettori.

Come si ricorderà, dopo la pubblicazione dell’audio, la commissione Antimafia aveva chiesto informazioni alla Procura di Napoli per capire se ci fossero i presupposti perché si muovesse l’organismo parlamentare.