Le maglie gialle nelle zone del terremoto? Parla Pirozzi: il sindaco aspetta Renzi. Ma con gli scarponi ai piedi

Sergio Pirozzi è uno abituato a dire le cose come stanno. E allora “qui tutti sono i benvenuti”. “Poi però dopo le parole mi aspetto i fatti”, chiarisce.

Sergio Pirozzi è uno abituato a dire le cose come stanno. E allora “qui tutti sono i benvenuti”, spiega il sindaco di Amatrice commentando con La Notizia l’idea lanciata ieri dal segretario del Pd Matteo Renzi: portare domenica prossima volontari e parlamentari dem nelle zone terremotate. “Poi però dopo le parole mi aspetto i fatti”, chiarisce. Un messaggio inequivocabile: non c’è spazio per passerelle e selfie. Piuttosto, deve ritrovare spazio quella che Pirozzi definisce “la politica dello scarpone”.

In che senso, sindaco?
Per parlare di certi problemi e trovare le adeguate soluzioni bisogna stare sul posto e sporcarsi mani e piedi. Prima succedeva ma oggi, con una legge elettorale che ha portato in Parlamento gente nominata dalle segreterie dei partiti, non è più così. Chi è chiamato a decidere di situazioni come la nostra ha la testa su altro e gli scarponi se li mette solo se e quando glielo dice qualcuno. C’è uno scollamento evidente fra politica e cittadinanza, non solo per quanto riguarda l’emergenza terremoto. Penso per esempio al grande tema del lavoro. La visione “filosofica” è una cosa, la pratica un’altra.

Veniamo al punto: Renzi dice che dopo Roma le “magliette gialle” saranno nei paesi colpiti dal sisma, compresa Amatrice, per “ascoltare, capire, condividere”. Che ne pensa?
Sotto Natale avevo già convocato i parlamentari di tutti gli schieramenti politici, compresi quelli del Pd, per farli rendere conto della situazione.

Com’è andata a finire?
Che di risultati se ne sono visti pochi…

Non proprio un buon inizio. L’idea lanciata dall’ex premier, quindi, le sembra sterile?
Se la visita servirà per prendere nota dei ritardi e di ciò di cui la nostra comunità ha bisogno ben venga. Però dopo un mese cercherò di capire quali iniziative sono state prese per dar seguito alla presenza. Come feci quando venne qui il ministro Franceschini, regalerò loro simbolicamente un paio di scarponi.

Quali sono le urgenze ad Amatrice?
Lo smaltimento dell’immenso cumulo di macerie dei privati e l’attivazione immediata dell’ufficio per la ricostruzione. Ma non solo. Perciò, una volta terminata la visita della delegazione dem, sarò io a dire con un comunicato stampa cosa ho chiesto, anche per lasciare una traccia.

Quanto fatto finora dal Governo è sufficiente o vi aspettavate di più?
In linea generale i provvedimenti varati vanno nella direzione giusta, anche se su alcuni punti, come l’istituzione delle zone franche urbane per 2 e non per 4 anni, si sarebbe potuto fare di più. Perciò serve un ulteriore scatto d’orgoglio: io le mie idee le ho lanciate, vediamo se qualcuno le condividerà senza trincerarsi dietro alla scusa della “burocrazia”.

Venerdì scorso il sindaco di Ussita si è dimesso dopo un’inchiesta della Procura di Macerata.  
Nessuno di noi sindaci delle zone colpite dal sisma deve dimettersi. Capisco i momenti di sconforto, a volte anche a me è venuta voglia di prendere e mandare tutti a quel paese, ma invito Marco Rinaldi a ripensarci. Solo insieme possiamo trovare le soluzioni più adeguate per gestire l’emergenza. E poi, casomai, sono altri che si devono dimettere…

Tw: @GiorgioVelardi