Lega e M5S insieme al voto? Per Pasquino non si farà: “Così i Cinque stelle perderebbero la loro natura. A Salvini invece serve il peso mediatico del Cav”

Lega e M5S insieme al voto? Per Pasquino non si farà: "Così i Cinque stelle perderebbero la loro natura. A Salvini invece serve il peso mediatico del Cav"

Per adesso è solo un’ipotesi, e che ipotesi. Circolata e alimentata dalle dichiarazioni rilasciate ieri da illustri esponenti di entrambi i partiti. Uno che ne ha viste e sentite tante come Gianfranco Pasquino, professore emerito di Scienza politica all’Università di Bologna, esprime però scetticismo sulla possibile alleanza elettorale tra Lega e M5s.

Professore, perché questi dubbi?
“Per il fatto che, se veramente decidesse di correre alle elezioni con un altro partito, il Movimento darebbe un colpo durissimo all’idea con la quale è nato, cioè quella di non fare accordi con nessuno. Un’alleanza elettorale, inoltre, prevedrebbe la necessità di stabilire in anticipo chi tra i due leader andrebbe a Palazzo Chigi: non credo che Di Maio possa permettersi di saltare un altro giro, idem Salvini”.

Magari si potrebbe ragionare sull’assegnare Palazzo Chigi al leader del partito che si classifica primo…
“Mi pare complicato tecnicamente. E poi, credo che Salvini voglia misurare la crescita del proprio consenso all’interno di una coalizione nella quale avrebbe la certezza di arrivare primo”.

Lo rivedremo con FI e FdI?
“Il leader del Carroccio ha bisogno dei voti di Berlusconi, e non può dimenticare che la Meloni si è dimostrata leale nei suoi confronti. Senza sottovalutare un terzo aspetto”.

Ovverosia?
“Il fatto che, a livello mediatico, il leader di FI disponga dei mezzi per dar vita eventualmente a una campagna elettorale contro di lui…”.

Dopo oltre 80 giorni, si aspettava che saremmo arrivati a questo punto?
“No, ma credo che fondamentalmente la responsabilità sia di due protagonisti della vicenda. Il primo è Savona, dal quale era lecito attendersi un passo indietro vista la piega che aveva preso la situazione. Però la sua testardaggine e la sua ambizione sfrenata lo hanno spinto ad andare fino in fondo, provocando un pericoloso sconquasso. Il secondo è Salvini, che ha pensato di poter schiacciare il capo dello Stato sovvertendo la Costituzione. Mattarella ha difeso il ruolo e le  sue prerogative”.

Solo un pretesto per tornare al voto, come dice qualcuno?
“Probabile che da parte di Salvini la tentazione, non una strategia, ci sia stata, anche vedendo l’ostinazione con la quale ha portato avanti la candidatura di Savona all’Economia”.