L’eterologa parte male

Dalla Redazione

Nemmeno il tempo di essere approvata dalla conferenza delle regioni che la fecondazione eterologa fa già discutere la politica, tra chi pensa che per la sua attuazione sia sufficiente la sentenza della Corte Costituzionale e chi, invece, ritiene necessaria una legge. Tra questi ultimi c’è il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin. “La legge del parlamento è necessaria – secondo il ministro – per dare una copertura economica alle regioni che in questa fase andranno un pò random”.

Un altro aspetto che dovrà essere trattato dal parlamento “riguarda l’istituzione del registro nazionale dei donatori che ci permetta la tracciabilità dei gameti e soprattutto la certezza che uno stesso donatore non faccia più di un tot di donazioni da cui possa nascere un numero imprecisato di bambini”. Sulla stessa linea della Lorenzin è l’Ncd Maurizio Sacconi secondo il quale un provvedimento legislativo garantirebbe “la piena tutela dei nascituri”. L’ex ministro ha sottolineato che il vincolo previsto della omogeneità del colore della pelle dei genitori con quello del donatore “apre inesorabilmente un’idea di selezione della specie umana che può avere sviluppi prevedibili e imprevedibili. Se ne parli in parlamento, nel luogo dei rappresentanti del popolo e non soltanto nei recinti delle èlite giudiziarie”.

Di diverso avviso il presidente della Toscana, Enrico Rossi: “La sentenza della Corte costituzionale è chiarissima e sostiene che non c’è un vuoto normativo. Quella del ministro Lorenzin è una sua visione politica e la rispetto, ma non occorre una legge per attuare l’eterologa su tutta italia: sono più che sufficienti le decisioni prese dalle regioni”.