Libia, il generale Haftar alza il tiro e minaccia di bombardare le navi italiane. Ma nessuno gli crede

Il generale Khalifa Haftar ha minacciato di gettarci contro le bombe se le navi militari italiane dovessero varcare le acque territoriali libiche

Da coordinatori delle azioni nel Mediterraneo a ritrovarsi nel bel mezzo di una guerra il passo potrebbe essere più breve di quanto si pensi. Perché le navi italiane mandate nel Mediterraneo, come richiesto all’Italia proprio dal premier libico al Sarraj, potrebbero essere costrette a difendersi dalla bombe che il generale Khalifa Haftar ha minacciato di gettarci contro se le navi militari italiane dovessero varcare le acque territoriali libiche. Haftar, sostenuto dall’Egitto e nominato ministro della Difesa e Capo dello Stato maggiore del governo di Tobruk, ha ordinato alle sue forze di bombardare navi con bandiera italiana. “Noi siamo impegnati in prima linea nella lotta contro il terrorismo”, ha sottolineato il generale al Corriere della Sera confermando quanto svelato dall’emittente Al Arabiya, “Ci stupisce che un Paese amico come l’Italia interferisca tanto indebitamente nelle nostre operazioni. Non posso dunque che confermare che qualsiasi nave militare italiana o di qualsiasi altro Paese che entrerà nelle nostre acque senza la nostra autorizzazione verrà bombardata dalle nostre forze”.

Siamo di fronte a un Paese in totale guerra civile e per questo le nostre navi non possono essere gettate allo sbaraglio. Con l’intesa che non è mai decollata tra il governo di Sarraj, nato grazie alla mediazione dell’Onu, e quello di Tobruk, sostenuto da Egitto ed Emirati. La nave che adesso sarebbe esposta a rischi è la Comandante Borsini che è giunta da un paio di giorni nella zona costiera di Tripoli. Più che un’azione navale, viste anche le distanze, le minacce potrebbero provenire dal cielo visto che i piloti dipendenti da Haftar spadroneggiano nei cieli libici. E il generale non è nuovo a dichiarazioni ostili nei confronti dell’Italia visto che in passato aveva già bocciato l’invio di un ospedale militare italiano a Misurata per assistere i feriti negli scontri contro i miliziani dell’Isis. Mai si era arrivati, però, a minacce così dirette come quelle di questi giorni. Anche perché Haftar non era mai stato così forte come in questo momento in cui ha il pieno controllo di Bengasi a sta provando ad espandersi a sud di Tripoli.

L’Italia è avvisata. Anche se le minacce non sono state prese affatto sul serio in virtù del patto stretto in Francia da Haftar e Sarraj davanti a Emmanuel Macron. Tanto che di commenti ne sono arrivati ben pochi. Il premier Paolo Gentiloni, invece, ha preferito esultare in occasione dei dieci della riforma dei servizi segreti: “Non dobbiamo fronteggiare solo le minacce interne alla nostra sicurezza”, ha ricordato il presidente del Consiglio, “ma troviamo innanzi a noi un panorama di minacce inedite”. Appunto…