L’intervista: la rivolta di Sofia contro le star. In Bling ring la Coppola racconta il rovescio della cultura pop

di Elisabetta Villlaggio

Minuta, sorridente, con un’aria timida Sofia Coppola è a Roma per presentare Bling ring nelle sale italiane dal 26 settembre. Tratto da una storia realmente accaduta il suo quinto film racconta di un gruppo di adolescenti di Los Angeles, ricchi, viziati e ossessionati dalle celebrities, che decidono di rubare nelle case dei loro miti, che sono in primis Paris Hilton e Lindsay Lohan, abiti ed oggetti per il semplice motivo di sentirsi come loro. Cominciando per scherzo si rendono conto di quanto sia facile introdursi nelle case delle star per svaligiarle, prendere i loro vestiti, i loro gioielli, le loro scarpe e poi indossarli con spensieratezza.
Gli eventi raccontati nel film avvengono tra il 2008 e il 2009 cioè l’inizio della crisi. Cosa è cambiato nel rapporto tra le celebrità e i ragazzi?
Per quanto ne sono io il fascino per le star e l’interesse per loro non fa altro che crescere. Io ero interessata ad analizzare questo aspetto della nostra cultura che mi ha molto incuriosito.
Nel film c’è una totale assenza dei genitori. I giovani oggi sono davvero così piatti, senza valori e con genitori assenti?
In questa storia ho notato che i genitori erano poco presenti. Infatti il mio film parla anche di questo ma io non volevo generalizzare i giovani americani di oggi ma solo raccontare una particolare storia.
Come saranno i ragazzi di domani?
Non lo so anche se sono curiosa perché ho due figlie. Non ho idea se la cultura pop continuerà a crescere o si fermerà.
Negli ultimi anni ci sono molti film che raccontano delle nuove generazioni come sbandate, tra i quali anche quello di sua nipote già presentato a Venezia. Cosa succederà?
Nei film si è sempre parlato dei giovani, di cosa pensano, del disagio e della mancanza di valori. Io ho raccontato di una situazione estrema della cultura pop.
Si è posta il problema che questa cultura pop possa rendere questi ladruncoli degli eroi?
Ho cercato di evitare di trasformarli in eroi anche se all’inizio ho raccontato il lato divertente. Infatti ho cambiato i loro nomi per non renderli eroi anche se tutti sanno di chi si parla.
Lei vive tra l’Europa e l’America. Crede che il fenomeno di voler copiare le celeb sia prettamente americano? 
Ho notato che anche in Europa il fenomeno si sta diffondendo, con internet e la globalizzazione ci sono molti giovani ossessionati dai marchi e dalle star.
Le celebrità che sono nel film si sentono responsabili in qualche modo di queste vicende? 
In realtà io volevo raccontare il punto di vista dei ragazzi quindi non li ho sentiti, tranne Paris Hilton che ha collaborato, ha fatto un cameo e abbiamo girato veramente a casa sua e ora non lascia più le chiavi sotto lo zerbino!
Non pensa che i ragazzi che vedranno il film lo guardino non in maniera critica ma siano attratti dalle vicende? 
Credo che sia ovvio che non vogliamo trasformarli in idoli, ho messo anche una musica horror alla fine!
È vero che fa un rito scaramantico prima di girare? 
Il rito scaramantico lo faceva mio padre riunendo tutta la troupe all’inizio delle riprese. Mi è rimasto e lo faccio anche io.
Qual è il suo rapporto con la moda ed è cambiato dopo questo film? 
Io sono sempre stata interessata alla moda, non ai marchi o allo status ma dopo questo film con tutti questi prodotti ho avuto un rigetto.