L’Italia dei mille conflitti d’interessi. Il capo di Cassa Depositi e Prestiti Costamagna fa affari con una sua società che compra crediti

Costamagna, presidente Cdp, ha una partecipazione in una finanziaria che compra crediti. Settore che incrocia attività della società controllata dal Tesoro

di Stefano Sansonetti

È una partecipazione che finora è rimasta completamente dietro le quinte. Nessun radar è riuscito a catturarne il profilo. Eppure quella partecipazione c’è, il suo contesto di riferimento si sta sviluppando e il tutto è destinato a far discutere. Al centro della scena c’è Claudio Costamagna, prodiano, ex banchiere di Goldman Sachs, fortemente voluto dall’ex presidente del Consiglio, Matteo Renzi, alla presidenza della Cassa Depositi e Prestiti. Parliamo del braccio armato del Tesoro, a sua volta banca sui generis, coinvolta a vario titolo in operazioni di salvataggio di altre banche e nella partita infernale (ma potenzialmente anche molto remunerativa) dei crediti deteriorati. Ebbene, si dà il caso che Costamagna abbia oggi una partecipazione, seppur indiretta, in una società finanziaria che si chiama Credimi Spa, attiva in un settore molto vicino alla cessione dei crediti. Parliamo dell’anticipo delle fatture, con un corollario di attività che possono però includere anche le cartolarizzazioni.

Il dettaglio – Per capire meglio cosa c’entri Costamagna, documenti alla mano, bisogna partire da una sua piccola holding di partecipazioni, la CC & Soci, di cui detiene il 90%. Questa società, a sua volta, ha il 70% di un’altra holding di partecipazioni, la Como Uno srl (il cui restante 30% è in mano a Serena Maria Torielli). E qui arriviamo alla meta finale, perché proprio la Como Uno detiene il 3,69% della Credimi Spa. Qualcuno potrebbe obiettare che è un partecipazione “piccola”. Ma le cose non stanno così, perché i soci della Credimi sono tanti e hanno tutti quote “piccole”. L’unica eccezione è l’amministratore delegato della società, Ignazio Rocco di Torrepadula, che da solo ne ha in mano il 41,4%. Poi ci sono gli altri soci, il cui profilo permette di cogliere appieno le ambizioni della Credimi. Con un 3,96%, tra i tanti, abbiamo la francese Tikehau Capital Partners, che fino a pochissimo tempo fa aveva come partner Jean Pierre Mustier, attuale Amministratore delegato di Unicredit, una delle banche più impantanate nella palude dei crediti deteriorati (sono circa 76 miliardi di euro). Con un altro 3,69% c’è Ricerca, uno dei tanti veicoli della galassia Benetton. Ancora, un 3,69% è in capo alla Merloni Holding, dell’omonima famiglia. E una quota identica è appannaggio di Hans-Paul Buerkner, già presidente di The Boston Consulting Group, multinazionale della consulenza. Credimi, che prima si chiamava InstaPartners, è una società giovane, costituita il 28 luglio del 2015. E nel luglio del 2016, dettaglio tutt’altro che secondario, ha ottenuto da Bankitalia l’autorizzazione alla concessione di finanziamenti al pubblico. Il suo core business è l’anticipo fatture, ma come si apprende dall’oggetto sociale può svolgere anche “l’attività di riscossione dei crediti ceduti e servizi di cassa e pagamento nell’ambito di operazioni di cartolarizzazione”.

La questione – Insomma, parliamo di settori limitrofi a quelli in cui ormai Cassa Depositi e Prestiti ha un piede, soprattutto dopo l’adesione a quel Fondo Atlante che ha rilevato Popolare di Vicenza, Veneto Banca e che può investire nei famigerati Npl (non performing loans, ovvero gli ormai famigerati crediti deteriorati). Siamo sicuri che sia opportuno per Costamagna avere un piede in due staffe? Sul punto, nei giorni scorsi, l’ufficio stampa della Cassa Depositi ha fatto sapere a La Notizia che questo investimento di Costamagna “è stato valutato sotto il profilo del conflitto d’interessi”, ma non se ne sono rilevate controindicazioni nell’assunto che “l’attività di Credimi non riguarda i crediti deteriorati, ma solo l’anticipo fatture di piccole e medie imprese italiane”. L’oggetto sociale, come detto, è però un po’ più ampio. Inoltre la Cassa Depositi e Prestiti ha fatto sapere che l’investimento di Costamagna è precedente al suo ingresso nella società controllata dal ministero dell’Economia e finanze, risalente al luglio 2015, anche se come abbiamo visto Credimi (ex InstaPartners) è nata alla fine di quello stesso mese. Comunque sia è una partecipazione che da oggi non passerà più inosservata.

Twitter: @SSansonetti