Livorno devastata dal nubifragio: trovata la settima vittima, si cerca ancora un disperso. Ma la polemica sull’allerta non si placa

Livorno devastata dal nubifragio: si cerca ancora un disperso. Ma la polemica sull'allerta non si placa

“Livorno è letteralmente devastata”. Risuonano ancora le parole del sindaco di Livorno, Filippo Nogarin, dopo il nubifragio di sabato che ha colpito la città toscana. Un nubifragio mai visto, la città allagata e colpita da frane, i torrenti che esondano e, ad oggi, sette morti. L’ultima vittima è stata recuperata oggi. Si tratta di Martina Bachini, 34 anni di cui si sono perse le tracce da ieri. Il marito della donna, sempre ieri, è stato infatti trovato e salvato aggrappato a dei tronchi a due chilometri dalla loro abitazione. Intanto continuano le ricerche in mare di Gianfranco Tampucci.

Le ricerche, insomma, proseguono. Ma nel frattempo anche il dispositivo sulla terraferma è stato potenziato: le forze in campo dei pompieri sono 90 unità mentre è previsto l’arrivo di 130 volontari della protezione civile da Emilia Romagna e Liguria.

In città è arrivato anche il ministro dell’ambiente Gian Luca Galletti che ha partecipato al vertice in prefettura con il presidente della Regione Toscana Enrico Rossi. Alle 16 invece si terrà a Firenze la riunione della giunta che avrà all’ordine del giorno lo stanziamento di 3 milioni di euro per gli interventi di somma urgenza.

Intanto però le polemiche sull’allerta non si fermano. Ieri scontro tra Comune e Regione con il sindaco Filippo Nogarin che aveva detto: “Non ce lo aspettavamo, perché l’allerta era arancione e non rossa” e l’assessore alla Protezione civile Federica Fratoni che aveva ribattuto: “Il Comune non ha attivato l’alert system”. “È inaccettabile che per un temporale intenso ma ormai usuale a causa dei cambiamenti climatici possano morire sei persone e due siano ancora disperse. Bisogna lavorare sul piano prioritario della prevenzione e su quello della manutenzione Ma bisogna anche lavorare sugli interventi di protezione civile” – rincara oggi il presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi, fondatore di Articolo Uno – Mdp – “Un codice arancione è un codice di allerta che prevede gli eventi che si sono verificati a Livorno. La differenza principale con il codice rosso riguarda la tipologia del reticolo idraulico delle possibili esondazioni – spiega il governatore toscano – Rosso è il codice delle possibili esondazioni legate al reticolo idraulico primario: Arno, Serchio ecc. Arancione è il codice legato a possibili esondazioni del reticolo idraulico secondario, come appunto è avvenuto a Livorno”.

Sulla polemica tra Rossi e Nogarin è intervenuto anche il ministro dell’Ambiente Galletti: “Oggi non è possibile con questa costituzione avere un centro meteo nazionale, perché la meteorologia è affidata alle Regioni: questo è un errore, è un errore grave da segno rosso, perché oggi avere invece un centro meteo nazionale con delle linee guida nazionali rafforzerebbe il sistema”. Che poi ha concluso: “Se ci saranno condizioni, come credo che ci siano, ci sarà la dichiarazione dello stato di emergenza”. Lo stato di emergenza ha ricordato, “prevedrà anche le risorse per intervenire nell’immediato”. “Per Livorno c’è la procedura in atto sempre in questi casi – ha spiegato – La Regione dovrà chiedere al governo, tramite la protezione civile, la dichiarazione dello stato di emergenza, e ci sarà la massima disponibilità del governo. Spetta al consiglio dei ministri decidere, ma la mia esperienza mi dice che qui ci sono tutte le condizioni”.

Intanto la Cei ha stanziato un milione di euro dai fondi dell’8xmille per far fronte alla prima emergenza. La procura di Livorno, già ieri,ha aperto un’inchiesta per disastro colposo per indagare su eventuali responsabilità.